Antisemitismo, smentiamo le false tesi con la storia

Antisemitismo

Questa è la Settimana Santa ed intendo trattare l’argomento dell’antisemitismo.

Lo faccio proprio iniziando da un tema legato alla Settimana Santa.

Nella liturgia antica del Venerdì Santo, si diceva: “Oremus et pro perfidis Judaeis“.

Questa locuzione comparve nel VI secolo DC.

Ora, il suo significato è controverso.

infatti, essa può significare: “Preghiamo anche per i perfidi giudei” .

Tuttavia, il suo significato originario fu: “Preghiamo anche per i giudei increduli“.

Questa preghiera fu istituita ufficialmente nel VII secolo DC e probabilmente derivò da un’omelia pasquale di San Melitone di Sardi (morto nel 190 DC).

Essa fu una probabile risposta benevola al Toledot Yesu, ossia ad una raccolta non codificata di testi a carattere sarcastico ai Vangeli.

Ora, questi testi non ebbero rilevanza neppure tra molti degli stessi ebrei.

Comunque, l’espressione liturgica fu controversia.

Infatti, dopo il Concilio di Trento, essa fu mantenuta in codesto modo:

Oremus et pro perfidis Judaeis ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Jesum Christum, Dominum nostrum.
Omnipotens sempiterne Deus, qui etiam judaicam perfidiam a tua misericordia non repellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis tenebris eruantur
“.

La sua traduzione fu questa:

Preghiamo anche per gli ebrei che non credono, affinché il Signore e Dio nostro tolga il velo dai loro cuori ed anch’essi (ri)conoscano il Signore nostro Gesù Cristo. Dio onnipotente ed eterno, che non allontani dalla tua misericordia neppure la incredulità degli ebrei esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l’accecamento di quel popolo, affinché (ri)conosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre“.

La versione della preghiera in questione pubblicata su un messale bilingue italiano-latino pubblicato da Edmondo Battisti nel 1921 recita:

Preghiamo anche per i perfidi Giudei; affinché il Signor Dio nostro tolga il velo dai loro cuori; onde anch’essi riconoscano Gesù Cristo Signor nostro. Dio onnipotente ed eterno, il quale non rigetti dalla tua misericordia neppure i perfidi Giudei, esaudisci le nostre preghiere che ti rivolgiamo a riguardo della cecità di quel popolo; affinché riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano sottratti alle loro tenebre. Per il Signore“.

Tuttavia, l’ambiguità rimase e diede adito a certe azioni antisemitismo.

Solo con Papa Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 25 novembre 1881-3 giugno 1963) questa ambiguità fu superata in questo modo:

Oremus et pro Iudaeis ut Deus et Dominus noster auferat velamen de cordibus eorum; ut et ipsi agnoscant Iesum Christum, Dominum nostrum. Omnipotens sempiterne Deus, qui Iudaeos etiam a tua misericordia non repellis: exaudi preces nostras, quas pro illius populi obcaecatione deferimus; ut, agnita veritatis tuae luce, quae Christus est, a suis tenebris eruantur“.

Il riferimento alla “perfidia” fu espunto. Era il 1959.

Nel 1970, Papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 26 settembre 1897-6 agosto 1978) modificò la preghiera in questo modo:

Oremus et pro Iudaeis, ut, ad quos prius locutus est Dominus Deus noster, eis tribuat in sui nominis amore et in sui foederis fidelitate proficere. Omnipotens sempiterne Deus, qui promissiones tuas Abrahae et semini eius contulisti, Ecclesiae tuae preces clementer exaudi, ut populus acquisitionis prioris ad redemptionis mereatur plenitudinem pervenire“.

Dunque, si arrivò alla formula attuale delle Preghiera Universale:

Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza. Dio Onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della Redenzione“.

Un altro caso di becero antisemitismo fu quello che riguardò Simonino da Trento (1472-1475).

Simonino da Trento fu un bimbo che fu trovato morto in una roggia vicino alla casa di un ebreo.

In quegli anni, vi fu la diceria stupida e falsa secondo le quale gli ebrei avrebbero usato il sangue di bimbi cristiani per fare le loro azzime.

Il caso di Simonino da Trento fu usato ad arte per fare una becera campagna di antisemitismo.

Lo stesso legato di Papa Sisto IV (Francesco Della Rovere, 21 luglio 1414-12 agosto 1484) fu incline a non credere all’accusa rivolta agli ebrei.

Lo stesso pontefice proibì di venerare Simonino come beato.

Nonostante queste proibizioni, nella Chiesa locale, il culto di Simonino si fece strada e la Chiesa ne riconobbe il culto nel 1588.

Solo con il Concilio Vaticano II (1962-1965) il processo agli ebrei fu dichiarato falso ed il nome di Simonino fu eliminato dal Martirologio Romano.

Una ricerca di monsignor Iginio Rogger (20 agosto-1919-12 febbraio 2014) suggellò questa tesi.

Deve essere ricordato che l’Ebraismo vieta il contatto con il sangue umano.

Gli ebrei furono accusati di “deicidio”, ossia di avere ucciso Gesù.

In realtà, una persona con un minimo di criterio capirebbe che questa accusa non sta in piedi.

Infatti, coloro che vollero la crocifissione di Gesù furono solo i sacerdoti del Sinedrio.

Il popolo ebraico non c’entrava nulla come non c’entravano nulla gli ebrei delle epoche successive.

Purtroppo, l’ignoranza fece danni e tanta gente rimase uccisa.

Con il Concilio Vaticano II, questa cosa fu chiarita.

Un’altra situazione difficile fu nel XIV secolo.

Molti ebrei furono fatti ammazzare perché furono additati come responsabili della pestilenza.

Deve essere ricordato che effettivamente gli ebrei si ammalavano meno degli altri per un motivo molto semplice: rispettavano maggiormente le norme igieniche, per prescrizione religiosa.

Dunque, l’antisemitismo nacque fondamentalmente dall’ignoranza.

L’ignoranza uccise.

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