Il cardinale Alberto di Brandeburgo, un caso di autolesionismo della Chiesa cattolica

cardinale Alberto

Certamente, quello del cardinale Alberto di Brandeburgo (28 giugno 1490-24 settembre 1545) fu il paradigma di una tendenza all’autolesionismo della Chiesa cattolica nel XVI secolo.

Il cardinale in questione fu zio del famoso elettore Gioacchino II Ettore.

Ora, il cardinale Alberto fu un esempio di quello che non si sarebbe dovuto fare nell’epoca della Riforma protestante.

Martin Lutero (10 novembre 1483-18 febbraio 1546) ne fece un bersaglio proprio per via della politica.

Lo attaccò sulla questione delle indulgenze.

La vendita di queste ultime fu inflazionata oltre la misura, per fare pagare i diritti dovuti alla Santa Sede.

A fronte di un clima di forte protesta, sarebbero serviti un profilo più basso e più accortezza.

Invece, il cardinale Alberto fece l’esatto contrario.

Non fu accorto nel muoversi ed ostentò certi vizi.

Dal 1513, egli fu arcivescovo di Magdeburgo ed amministratore apostolico della Diocesi di Halberstadt.

Non contento di ciò, nel 1514, egli si fece nominare anche arcivescovo di Magonza.

L’arcivescovo di Magonza non era solo un prelato ma era anche in principe elettore.

Oggi, Magonza non è più sede di un’arcidiocesi ma di una diocesi, come lo è anche Magdeburgo.

In più, dal 1518 al 1521, il prelato tedesco fu anche cardinale presbitero di San Giovanni Crisogono.

Poi, divenne cardinale presbitero di San Pietro in Vincoli.

Dunque, il personaggio in questione era latitante.

Non era presente nelle circoscrizioni da lui amministrate e Lutero ebbe gioco facile nell’attaccarlo.

Oltretutto, egli fu attaccato anche sul piano personale, visto che ebbe anche delle amanti e con queste ultime fece anche dei figli.

Non faceva mistero di ciò.

Così, Lutero ebbe gioco facile nel lanciare i suoi attacchi e nel portare interi territori fuori da Santa Romana Chiesa.

Contro uno come Lutero avrebbe fatto molto di più una persona come San Francesco d’Assisi e non uno come il cardinale Alberto di Brandeburgo.

Termino, cogliendo l’occasione per augurare buon onomastico a coloro che si chiamano Francesco e Francesca.

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