Morgula/ La Morla, poesia dedicata ad un torrente storico di Bergamo

Questa è la mia poesia scritta intitolata “Morgula”, ossia “La Morla”, un corso d’acqua storico della Provincia di Bergamo:

MORGULA

Comu Moyses archiepiscopus scrivìu:

“Huic quoque

vicinus sevissimus

omnis,

Morgula nomen

habens,

arvorum

non sine damnis”.

Aquam purtava assai et abundans…

accussì ‘n Bergomensis citati…

da lu Cantu Autu…

Morgula ca ancora curri…

ma cum la vita…la morti…

mettiri potti ‘ntra la genti…

et dû populu dicidìu la sorti.

LA MORLA

Come Mosè arcivescovo scrisse:

Prossimo

al monte cittadin

trascorre,

un fiume a cui di

Morla han dato il

nome,

e crudelmente le

campagne

inonda”.

Acqua portava tanta ed abbondante…

così nella città di Bergamo…

dal Canto Alto…

la Morla che corre ancor…

ma con la vita…la morte…

metter poté tra la gente…

e del popolo decise la sorte.

Una mia cara amica della zona di Bergamo mi ha parlato in più di un’occasione del torrente Morla, detto anche localmente La Morla.

Dato che io sono uno che non si fa i cavoli suoi e che sono molto curioso, ho deciso di prendere informazioni sul corso d’acqua in questione, il quale oggi è un corso d’acqua maleodorante e pieno di pantegane.

Così, ho deciso di scrivere la mia poesia in lingua maccheronico-siciliana e in italiano.

Nel fare la mia ricerca, ho scoperto che il torrente Morla era molto importante.

Infatti, del torrente scrisse anche un arcivescovo di nome Mosè del Brolo.

Bergamasco, Mosè del Brolo visse tra la fine dell’XI secolo ed il 1157 e fu arcivescovo d Ravenna.

Egli scrisse quei versi latini che io ho usato come incipit della mia poesia.

La Morla (Morgula in latino) nasce da un monte chiamato Canto Alto, nelle Prealpi bergamasche.

Le sorgenti si trovano nei Comuni di Sorisole e Ponteranica.

Nonostante ciò, il torrente è chiamato anche “fiume di Bergamo”, poiché per otto chilometri esso scorre nel territorio comunale del capoluogo.

Poi, passa in altri Comuni bergamaschi, e alimenta i canali irrigui nelle zone di Azzano San Paolo, Zanica, Comun Nuovo, Levate, Stezzano, Pognano, Spirano e Verdello.

Così, il torrente si disperde nei canali irrigui.

In passato, il corso d’acqua era importante.

Portava l’acqua nella città di Bergamo e nella pianura.

L’acqua era (ed è) un bene prezioso.

Tuttavia, era anche un pericolo.

Io che abito in Provincia di Mantova, nella zona di Roncoferraro, lo so molto bene.

Nel territorio comunale di Roncoferraro scorre il Mincio.

Inoltre, il Po non è molto lontano.

Le piene di questi fiumi fanno paura come facevano paura quelle del torrente Morla ai bergamaschi.

Quando andava in piena ed esondava, il torrente Morla causava danni e portava morte.

Questo giustifica la presenza della statua raffigurante San Giovanni Nepomuceno sul ponte che attraversa il corso d’acqua a Borgo Palazzo.

San Giovanni Nepomuceno è noto anche qui nel Mantovano.

Egli fu un sacerdote boemo vissuto tra il 1349 e il 1393.

Il re di Boemia Venceslao IV (1361-1419) lo fece annegare nella Morava per avergli impedito di trasformare l’abbazia di Kladruby in diocesi per uno dei suoi favoriti e per non avergli rivelato ciò che la moglie gli diceva nel confessionale.

Non lontano da casa mia, vi è la Pila del Galeotto, una riseria settecentesca che funziona con l’acqua del canale Tartagliona.

Sulla facciata dell’edificio vi è una statua raffigurante il santo intorno alla quale vi è una leggenda particolare.

Dunque, è bene ricordare certe storie, per poterle trasmettere ai posteri.

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