Hughie Hogg racconta: il malcostume di Papa Alessandro VI

Hughie Hogg
Hughie Hogg, personaggio della serie TV “Hazzard” impersonato da Jeff Altman

Salve,

il mio nome è Hughie Hogg, nipote di Jefferson Davis Hogg, capo della Contea di Hazzard.

Com’è stato scritto ieri, mi è stato chiesto di parlarvi del malcostume nella storia ed io lo farò trattando la storia di un personaggio storico.

Il personaggio in questione è Papa Alessandro VI.

Spagnolo di Xativa, non lontano da Valencia, il cardinale Roderic de Borja, che qui in Italia era conosciuto come Rodrigo Borgia (1431-1503), fu eletto Papa e assunse il nome di Alessandro l’11 agosto 1492.

Contro di lui si scrisse e si disse ogni cosa.

Effettivamente, fu un uomo molto intelligente e molto colto ma fu anche un personaggio controverso per la sua scostumatezza ed il suo cinismo.

Ebbe dei figli illegittimi da una cortigiana di origine mantovana di nome Vannozza Cattanei.

I suoi figli furono Giovanni (1474-14 giugno 1497), Cesare (13 settembre 1475-12 marzo 1507), Lucrezia (18 aprile 1480-24 giugno 1519) e Goffredo (1481-1517).

Papa Alessandro VI divenne noto per il suo nepotismo, visto che voleva a tutti i costi dare delle signorie ai propri figli, i quali (per ovvie ragioni) erano tutti illegittimi.

Umanamente parlando e con tutto il rispetto per il ruolo ricoperto, poteva essere definito un vero e proprio e figlio di una buona donna, vista anche la sua spregiudicatezza.

Sia chiaro, il rispetto per la figura del Papa in quanto istituzione religiosa deve essere sempre dovuto.

Il mio è un discorso puramente umano.

Suo figlio Giovanni morì in circostanze misteriose e il fratello di questi Cesare, destinato dapprima alla carriera ecclesiastica, fu dispensato e ridotto alla stato laicale.

Divenne noto come il Duca Valentino, annientando (anche con mezzi alquanto discutibili) i vari signorotti della Romagna e del nord delle Marche.

Inoltre, lavorò per il re di Francia Luigi XII, il quale gli concesse il titolo di duca di Valentinois, da cui derivò il nome di Duca Valentino, e sposò Charlotte d’Albret (1480-1514), sorella del re di Navarra Giovanni III.

Cesare fu un uomo cinico e non si fermò di fronte a nulla.

Lo seppero molto bene i signori ribelli dell’Italia centrale, come Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo, i quali furono garrotati a Senigallia il 31 dicembre 1502.

Lucrezia si sposò tre volte.

La prima fu nel 1493 con Giovanni Sforza, signore di Pesaro e Gradara.

Il matrimonio fu annullato dal padre nel 1497.

Il secondo matrimonio fu con Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo del re di Napoli Alfonso II e duca di Bisceglie.

Il matrimonio fu celebrato nel 1500 ma finì tragicamente il 18 agosto 1500, con l’assassinio del marito.

Il principale indiziato di tale assassinio fu Cesare.

Il movente potrebbe essere stato politico, poiché la famiglia Borgia riteneva che l’alleanza con gli Aragonesi non fosse più congeniale, ma secondo alcuni ci sarebbe stato un rapporto incestuoso tra Cesare e Lucrezia.

Secondo altri, Lucrezia avrebbe avuto dei rapporti incestuosi anche col padre.

Comunque, riguardo a queste notizie non esistono prove certe.

Il terzo matrimonio fu celebrato nel 1502 col Alfonso d’Este, figlio del duca di Ferrara Ercole I.

A Ferrara, Lucrezia visse un periodo felice e la sua corte rivaleggiò con quella della cognata, la marchesa consorte di Mantova Isabella d’Este Gonzaga.

Le fortune di Cesare terminarono con la morte del padre.

Papa Alessandro VI morì il 18 agosto 1503.

Fu eletto al suo posto il vecchio e malandato cardinale Francesco Nanni Todeschini-Piccolomini (29 maggio 1439-18 ottobre 1503).

Questi prese il nome di Pio III ma durò poco.

Dopo di lui fu eletto Papa il rivale dei Borgia, il cardinale Giuliano della Rovere (5 dicembre 1443-21 febbraio 1513).

Questi assunse il nome di Giulio II.

Il nuovo Papa tolse il ducato di Romagna a Cesare e lo arrestò, imprigionandolo a Castel Sant’Angelo.

Evaso, Cesare trovò inutile rifugiarsi a Napoli.

Il Papa lo inviò in esilio in Spagna da re Ferdinando II, il quale lo fece imprigionare nel castello di Chinchilla.

Evase anche da nel 1506.

L’evasione fu rocambolesca e Cesare si fratturò le ossa. Si ammalò anche di sifilide.

Decise di rifugiarsi presso il cognato, il re di Navarra, al quale un signorotto si ribellò.

Cesare morì durante l’assedio di Viana.

Cadde vittima di un tranello dei nemici.

Gli avversari, ignorandone l’identità, tolsero a Borgia l’armatura e i vestiti, abbandonandolo seminudo sul terreno. Il cadavere fu rinvenuto l’indomani mattina, si riferisce, trafitto con ventitré colpi di picca. Dopo solenni funerali la salma venne composta in un grande sepolcro dal re di Navarra nella chiesa di Santa Maria di Viana.

Tuttavia, l’Inquisizione spagnola ritenne il Borgia un uomo sacrilego e il suo corpo fu dissotterrato e sepolto in un luogo non consacrato presso la medesima chiesa.

Solo nel 1953, i resti del Borgia furono ricollocati  in un’urna di pietra e tumulati nel sagrato, davanti alla porta principale della chiesa di Santa Maria, sotto una lapide marmorea, ove si trova oggi.

Sulla lapide è scritto: “Cesare Borgia, Generalissimo degli eserciti di Navarra e Pontifici, morto sui Campi di Viana l’11 marzo 1507”.

Quanto al Papa, i suoi resti ebbero una storia travagliata.

Fu prima deposto, senza alcuna celebrazione funebre, in San Pietro, quasi furtivamente, a causa dei disordini scoppiati all’indomani della sua morte. Fu successivamente traslato nei sotterranei del Vaticano. Nel 1610 le sue spoglie trovarono definitiva sistemazione nella chiesa di Santa Maria del Monserrato, chiesa nazionale degli Spagnoli in Roma, dove rimasero praticamente dimenticate per secoli. Solamente nel 1889, infatti, gli fu dedicato un monumento funebre.

Papa Alessandro VI fu certamente scostumato e le notizie di lui che oggi si conoscono dicono ciò.

Tuttavia, egli non fu migliore degli altri.

Deve essere ricordato che le ciò che riguarda il Papa in questione fu scritto da letterati ostili ai Borgia.

All’epoca, il malcostume fu più diffuso di quanto si potesse immaginare.

Papa Alessandro VI rappresentò un certo tipo di personalità di quel periodo, una personalità contradditoria, poiché da una parte dava sfoggio di una religiosità molto forte ma dall’altro ne combinava di tutti i colori.

Ricordiamo certi re che erano sposati ma che avevano anche delle amanti e figli illegittimi.

Nemmeno la corruzione fu una prerogativa esclusiva di Papa Alessandro VI.

Nessuno può ergersi a giudice di nessuno, nemmeno uno come Girolamo Savonarola, il quale cacciò via i Medici da Firenze e fu scomunicato da Papa Alessandro VI nel 1497 e arso al rogo il 23 maggio 1498.

Debbo dire che mi sarei trovato bene in una società così.

Papa Alessandro VI fu un uomo cinico e spregiudicato ma mostrificarlo mi pare esagerato, visto il contesto.

Del resto, per uno come me, Hughie Hogg, non sarebbe potuto essere altrimenti.

A presto.

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