Hughie Hogg racconta: la scuola che non boccia più

Hughie Hogg
Hughie Hogg, personaggio della serie TV americana “Hazzard” impersonato da Jeff Altman

Salve, sono sempre io, il vostro amico Hughie Hogg, nipote di Jefferson Davis, il boss della Contea di Hazzard.

Vi porto all’attenzione una pagina interessante del quotidiano “Libero” che mi è stata segnalata da un amico.

L’articolo interessante su questa pagina riporta un argomento che riguarda la scuola.

Il fatto è accaduto a Roma, dove una ragazzina è stata bocciata per non ammissione all’esame delle scuole medie e i genitori hanno fatto ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio e l’hanno avuta vinta.

Così, la ragazzina è stata di fatto ammessa agli esami d’ufficio.

Ora, la cosa mi lascia perplesso.

Anni fa, durante il periodo dei miei studi universitari, passai per avere inguaiato la figlia del rettore.

Oggi, invece, si promuovono gli alunni d’ufficio.

Dunque, i corruttori come me non servono più?

Io, Hughie Hogg, mi sento offeso.

La scuola è stata trasformata in un diplomificio.

Si può anche anche non studiare e si viene promossi ugualmente.

Persino uno come me lo dice.

Il messaggio che passa attraverso questa storia è questo.

La scuola serve a formare le persone, dando a loro una cultura, aiutandole a trovare le loro attitudini e dando a loro anche un’educazione civica.

Certo, anch’io feci educazione civica…per delinquere meglio.

Quando si conosce la legge si delinque meglio.

Questa è un’ovvietà.

Mio zio Jefferson lo sapeva e quando glielo dissi fu veramente orgoglioso di me.

Però, quello che si vede oggi è assurdo.

Non c’è più gusto nell’inguaiare i rettori.

Tanto, si è promossi a prescindere da tutto.

Quello che conta è avere tanti diplomati a prescindere dai contenuti imparati.

Questa è la triste realtà.

Prima, passavano quelli bravi…e i furbi come.

Ora, passano anche quelli che hanno gravi lacune e i fannulloni, coloro che vanno a scuola solo per scaldare i banchi.

Con molta amarezza, il vostro Hughie Hogg vi saluta.

Ci sentiremo la prossima volta.

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