Alessandro Manzoni e la coscienza italiana

Alessandro Manzoni

Qualche giorno fa, si è commemorato nientepopodimeno che il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni.

Alessandro Manzoni può essere ricordato come uno dei padri della “coscienza italiana” .

Egli scrisse in quella lingua che divenne lingua di tutto il nostro Paese e portò a compimento ciò che si fece nei secoli precedenti.

Ricordiamo come nacque l’italiano.

L’italiano è una lingua romanza, una lingua derivata dal latino.

Tuttavia, si tratta di una “lingua tetto”.

Infatti, con la frammentazione del latino, iniziata con la formazione dell’Impero Romano e accelerata dopo la caduta dell’Impero Romano, nella nostra penisola si parlavano più lingue volgari.

L’italiano deriva dal volgare fiorentino del XIV secolo.

Scrittori e poeti di quel secolo, come Dante Alighieri, sdoganarono tale parlata.

Ricordo che nel Rinascimento l’italiano fu parlato in Europa.

La regina d’Inghilterra Elisabetta I (7 settembre 1533-24 marzo 1603) conosceva l’italiano.

Uno dei suoi primi documenti fu scritto in quella lingua.

Tuttavia, Dante Alighieri avrebbe potuto fare ben poco se non avesse attinto dalla Scuola Poetica Siciliana di Federico II di Svevia.

Dunque, Alessandro Manzoni fu colui che portò a compimento quella che fu la storia della nostra lingua.

In qualche modo, egli risvegliò nel popolo italiano una “coscienza italiana” che tredici secoli di divisioni sopirono.

Le altre lingue volgari divennero i dialetti.

Dunque, quelle parlate che noi chiamiamo “dialetti”, in realtà, non sono derivazioni locali dell’italiano ma sono vere e proprie lingue che discesero dai vari volgari romanzi.

Manzoni ebbe un compito facile per quel clima di Romanticismo, di cui ho fatto un accenno ieri.

Il Romanticismo alimentò molto il patriottismo e il nazionalismo.

Questo formò la coscienza dell’essere italiani.

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