Caritas Pirckheimer, la paladina della resistenza cattolica a Norimberga

Caritas

Quando si parla di Norimberga non si può non parlare della Beata Caritas Pirckheimer (1476-1532), una grande umanista e badessa tedesca che combatté per la fede cattolica.

Battezzata con il nome di Barbara, ella nacque da un’importante famiglia tedesca di Norimberga.

Suo padre fu al servizio del principe-vescovo di Eichstatt e suo fratello, Willibald (1470-1530) fu anch’egli un grande umanista.

La giovane Barbara studiò presso il monastero di Santa Clara in Norimberga e quando aveva circa 16 anni si unì all’ordine di tale cenobio, l’Ordine delle clarisse, e prese il nome di Caritas (o Charitas). 

Il monastero, noto per la sua vasta biblioteca e scriptorium, ospitava circa 60 donne, tutte delle principali famiglie di Norimberga. 

Nel 1500 la Caritas era a capo della scuola del monastero, nonché bibliotecaria e cronista. 

Nel 1503 fu stata eletta badessa dalle consorelle.

Fu anche una poetessa.

Ella è ricordata ancora oggi come la Saffo tedesca.

Tuttavia, le cose per Caritas si misero male.

Il 31 ottobre 1517, Martin Lutero affisse le 95 Tesi alla porta della Chiesa del Castello di Wittenberg, dando il via a quel fenomeno chiamato Riforma protestante.

Norimberga faceva (e tuttora fa) parte della Franconia.

Quindi, la città era in mano agli Hohenzollern, famiglia in passato legata anche ai Gonzaga.

Gli Hohenzollern erano divisi in varie casate, come gli Hohenzollern-Ansbach, gli Hohenzollern-Sigmaringen e gli Hohenzollern-Hechingen.

Le prime due casate esistono ancora oggi.

Mentre gli Hohenzollern-Sigmaringen e gli Hohenzollern-Hechingen rimasero cattolici, gli Hohenzollern-Ansbach aderirono al protestantesimo, con il Margravio Giorgio il Pio (4 marzo 1484-27 dicembre 1543) che si convertì al luteranesimo nel 1424.

Dunque, il luteranesimo entrò a Norimberga nel 1525.

Caritas Pirckheimer era convintamente cattolica.

Dapprima simpatizzante di Lutero, il fratello Willibald si schierò con la sorella.

I preti rimasti cattolici furono costretti a lasciare Norimberga.

Così, le suore del convento dovettero accettare i predicatori luterani ma preferirono non prendere i sacramenti da loro.

Come riporta il sito “Santi e Beati“, le pressioni sulle Clarisse erano snervanti: quotidianamente le intimidivano di cacciarle, di demolire il chiostro, di mettere il convento a ferro e fuoco.

Questa è una testimonianza:

Siamo diventate per tutti, grandi e piccoli, oggetto di disprezzo […]. Siamo tenute in maggiore disprezzo delle donne pubbliche e ci dicono che veramente noi valiamo meno di loro. […] Non volevano che qualcuno chiamasse più ‘chiostri’ i nostri conventi, ma ‘ospizi’ e che le suore si chiamassero ‘canonichesse’, le abbadesse e le priore, si dovevano chiamare ‘direttrici’: non doveva più esistere alcuna distinzione tra i chierici e i laici“.

Del resto, la chiesa di San Lorenzo di Norimberga divenne la sede del “preside” , il “vescovo” della Chiesa evangelica locale.

Quella chiesa fu la prima a passare al luteranesimo, in quanto il parroco fu Andreas Osiander.

Nel 1544, Osiander divenne il primo professore di teologia dell’Università di Königsberg, un tempo capitale della Prussia, oggi città russa che si chiama Kaliningrad.

L’Università di Königsberg fu fondata dal duca di Prussia Alberto di Hohenzollern-Ansbach (16 maggio 1490-20 marzo 1468), ex-Gran Maestro dell’Ordine Teutonico convertito al luteranesimo nel 1525.

Eppure, le suore non mollavano e Caritas si dimostrò una vera guerriera, tanto che il collaboratore di Lutero, Filippo Melantone (16 febbraio 1497-19 aprile 1560) venne a visitare il convento.

Rimase ammirato dal coraggio dalla suora.

Così, il convento sopravvisse anche dopo la morte della badessa e solo con la morte dell’ultima suora, la quale avvenne nel 1591, esso cessò di esistere.

Il cattolicesimo tornò a Norimberga nel XIX secolo, quando la Franconia passò alla Baviera, della quale essa è parte ancora oggi.

/ 5
Grazie per aver votato!