Enrico VIII, la tragedia del cattolico William Shakespeare

Una delle tragedie note di William Shakespeare (23 aprile 1564-23 aprile 1616) è quella intitolata “Enrico VIII”.

Il fulcro della tragedia è il divorzio di re Enrico VIII dalla regina Caterina d’Aragona.

Nella tragedia, il re allontana la moglie, sia perché non gli dà i figli maschi, sia per le trame del cardinale Thomas Wolsey, il quale si vuole vendicare della donna poiché ella non lo ha aiutato a diventare arcivescovo di Toledo.

Infatti, Caterina non ha perorato la causa di Wolsey presso l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V.

Seguono l’incoronazione di Anna Bolena come nuova moglie del re e regina d’Inghilterra e numerosi fatti tragici, come i drammi del duca di Buckingham, il quale è condannato a morte per gli intrighi di Wolsey, di Wolsey stesso, che è rimosso dal re, il quale lo rimpiazza con Tommaso Moro, per aver scritto a Papa Clemente VII, per fargli bloccare l’istanza di divorzio tra il re e Caterina.

La tragedia si conclude con la nascita e il battesimo della futura regina Elisabetta I, in una visione quasi profetica di pace e di grandezza.

A prima vista, Shakespeare volle dare una visione positiva di Elisabetta.

Certamente, fece ciò per non incorrere in qualche problema, sebbene l’opera fosse stata scritta tra il 1612 e il 1613.

Elisabetta morì nel 1603.

Tuttavia, in quest’opera si nota anche il retroterra cattolico di Shakespeare.

Tommaso Moro era stato giustiziato da quasi ottant’anni, per non avere accettato il divorzio e nuovo matrimonio di re Enrico VIII e la ribellione di questi al Papa.

Shakespeare fece un ritratto positivo di quel grande politico inglese.

Anche il cardinale Wolsey risulta essere riscattato nella caduta, riconoscendo la “vana pompa e gloria di questo mondo” e ritrovando “una pace interiore che supera tutte le dignità della terra”.

Il drammaturgo mostrò una particolare attenzione al dramma degli sconfitti, come il duca di Buckingham, la regina Caterina e il cardinale Wolsey.

Fu magnanimo nel giudicarli e ne esaltò i meriti.

Dunque, senza attaccare Elisabetta, Shakespeare dimostrò di avere un substrato culturale cattolico.

Deve essere ricordato che nell’Inghilterra del periodo della regina Elisabetta I, molti cattolici praticavano la loro fede di nascosto.

Infatti, l’Inghilterra era uno Stato di polizia protestante, come ho scritto nel mio libro intitolato “Il totalitarismo inglese del XVI secolo”.

Dunque, Shakespeare potrebbe essere stato un cattolico, per di più ricusante.

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