Il Prete Gianni, realtà o leggenda di un grande regno cristiano?

Prete Gianni

Nel Medioevo, circolava una leggenda inerente ad una sorta di “Rex et Sacerdos”. Questi era il Prete Gianni.

Nei primi anni del XX secolo, alcuni missionari portoghesi riferirono di avere reperito spade e vessilli di fattura cristiana in Etiopia.

Secondo una leggenda tramandata di generazione in generazione, quell’antico sovrano altri non sarebbe stato che il famoso Prete Gianni.

Per secoli, si parlò di un antico re e sacerdote cristiano che viveva in un lontano Paese dell’Oriente.

Per raggiungere codesto regno, si dovevano passare zone impervie in cui vivevano creature ibride tra l’uomo e l’animale.

Lo scrittore Onorio di Autun (1080-1154) scrisse qualcosa a riguardo:

Questo è uno stralcio del suo “De Imagine Mundi”:

Ci sono qui mostri alcuni dei quali possono essere considerati bestie, altri uomini. Ci sono quelli che hanno i piedi girati all’indietro, e con otto o sedici dita ai piedi, e altri che hanno teste di cane ed artigli, che abbaiano come cani.

Ce ne sono anche il cui pelo diventa nero invecchiando e vivono molto più a lungo di noi.

Ci sono anche persone con un occhio solo. Ci sono gli Scinopodi che con un solo piede corrono più veloci del vento e si fanno ombra con la palma del piede sollevato.

Ce ne sono altri senza testa, che hanno occhi nelle spalle, come naso e bocca due aperture nel petto.

Altri proprio vicino alla sorgente del fiume Gange vivono solo dell’odore di un certo frutto, per cui se vanno lontano, si portano con sé il frutto. Infatti, muoiono se non possono più respirarlo“.

In più, si parlò anche di popolazioni dedite alla cannibalismo.

Questo mitico Prete Gianni riposava in un letto di zaffiri.

I suoi vestiti erano fatti di pelle di salamandra e venivano igienizzati con il fuoco.

Nei cieli del regno del Prete Gianni svolazzavano draghi tutti bardati e sellati con cavalieri sul dorso.

Il monarca viveva vicino alla fonte dell’eterna giovinezza.

Egli stessi contava ben 562 anni.

Secondo alcuni, questo monarca mitico altri non sarebbe stato che il capo di un gruppo di cristiani detti nestoriani.

Secondo una certa tradizione, essi sarebbero stati discendenti di uno dei Re Magi che onorarono Gesù Bambino.

Ora, questa leggenda iniziò a circolare nel 1145, con quanto riportato da Ugo di Gebal , un vescovo che operava nell’attuale Libano.

I cristiani nestoriani esistettero e tuttora esistono.

Essi prendono il nome dal Patriarca di Costantinopoli Nestorios (381-451) il quale ritenne che la Vergine Maria avesse generato l’uomo Gesù e non il Cristo Figlio di Dio.

Ergo, il corpo umano di Gesù sarebbe stato il tempio in cui il Cristo Figlio di Dio sarebbe stato accolto.

Il Concilio di Efeso del 431 condannò questa tesi.

I cristiani nestoriani si diffusero nella Persia, fino quasi zone dell’India.

Questa fu la Chiesa assira.

Con l’arrivo dell’Islam, la Chiesa assira ebbe un declino.

Nel 1553, una parte di questi cristiani si ricongiunse a Roma, formando la Chiesa caldea.

Ora, i cristiani nestoriani giocarono un ruolo importante nella conquista di territori da parte del condottiero mongolo Ye lu Ta Shih (1087-1134).

Il vescovo potrebbe avere confuso le carte per spacciare quelle conquiste per cristiane.

Era il periodo delle Crociate.

Nel 1165, circolò una lettera indirizzata all’imperatore bizantino Manuele I Comneno (28 novembre 1118-24 settembre 1180).

Questa lettera sarebbe stata inviata dal Prete Gianni, il quale si sarebbe presentato come “Sovrano dell’India e Re dei Re”.

Nel 1177, Papa Alessandro III (Rolando Bandinelli, 1100-30 agosto 1181) inviò una lettera a “Gianni, l’Illustre e Magnifico Re delle Indie”, concedendogli l’autorizzazione a costruire una chiesa a Roma, riunificando la Chiesa cristiana.

Poi, non si seppe più nulla fino al 1221.

In quell’anno, il vescovo di Tolemaide (che operò a San Giovanni d’Acri, 1170-1240) informò tutti riguardo ad un certo re indiano di nome David, il quale fu considerato pronipote del Prete Gianni.

David non potrebbe essere stato altri che il sovrano mongolo Gengis Khan (1162-18 agosto 1227).

Verso il XIV secolo, Marco Polo (15 settembre 1254-8 gennaio 1324) e Giovanni da Montecorvino (1247-1328) collocarono il Prete Gianni vicino all’attuale Pechino, capitale della Cina.

Dopo la metà del XIV secolo, la storia di Prete Gianni fu ambientata Abissinia, l’attuale Etiopia.

Effettivamente, il titolo reale di Etiopia fu “Zan” e storpiando questo nome si poté arrivare a “Gianni”.

Ora, deve essere notato che l’Etiopia si cristianizzò nel IV secolo DC, anche se in realtà gli antichi Etiopi potrebbero essere già stati monoteisti da molto prima.

Infatti, secondo la leggenda, la casa reale etiope potrebbe essere stata una discendenza del re Salomone e della regina di Saba.

Tra l’altro, esiste ancora una comunità di ebrei neri, la comunità dei Falasha, la quale proviene proprio dall’Etiopia.

Questa leggenda si intreccia con quella dell’Arca dell’Alleanza che sarebbe stata portata in Etiopia.

Gli Etiopi si cristianizzarono nel IV secolo, per opera di San Frumenzio, anche se in realtà una prima evangelizzazione sarebbe avvenuta per opera dell’apostolo Filippo, il quale battezzò un eunuco etiope che (guarda caso) era a Gerusalemme.

Questo è il brano degli Atti degli Apostoli che ne parla:

Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». 27 Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, 28 se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. 29 Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti, e raggiungi quel carro». 30 Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». 31 Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. 32 Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. 33 Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. 34 E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». 35 Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. 36 Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». 38 Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò.”

Essi adottarono una forma di Cristianesimo non calcedoniano.

In pratica, questi cristiani non riconobbero i decreti del Concilio di Calcedonia che ebbero luogo nel 451.

Questi Cristianesimo rifiutò la doppia natura del Cristo.

Al contrario, accettò la dottrina della Natura unica ed unificata di Cristo.

Questa Chiesa è ancora presente.

I contatti con l’Etiopia risalgono ad epoche molto antiche.

Tra l’altro, pare che sia stata visitata anche dai Cavalieri Templari per la ricerca dell’Arca dell’Alleanza.

Dunque, questa storia ha molte sfaccettature.

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