Il quartiere Coppedè in versi: Fornicis lampa/ La luce dell’arco

quartiere Coppedè

Questa è la mia poesia dedicata ad un oggetto interessante del quartiere Coppedè di Roma:

FORNICIS LAMPA

Ubi granni travagghiu faci…

legis doctor accussì ‘n Roma…

ubi mastru Coppedè travagghiau…

cum arti…suttu l’arcu…

cum novi flammae ‘na lampa…

sempri addumata di notti staci…

pì Iustitia ca sampri campa.

LA LUCE DELL’ARCO

Ove grande opra fa…

di legge il dottor così in Roma…

ove mastro Coppedè operò…

con arte…sotto un arco…

con nove fiamme una lampa…

sempre accesa di notte sta…

per la Giustizia che sempre campa.

Debbo ringraziare l’amico Morris Sonnino che mi ha fatto scoprire un tesoro di Roma, quartiere Coppedè.

Lì egli lavora come avvocato.

Tra l’altro, Morris è anche un bravo avvocato, oltre ad essere una brava persona.

Lavora con dedizione e passione ed è molto competente.

Lo consiglio a tutti.

Per gratitudine, Morris è implicitamente citato nella poesia.

Il quartiere Coppedè fu realizzato tra il 1915 ed il 1927 dall’architetto fiorentino Luigi Coppedè (1866-1927).

Esso rappresenta ancora oggi un esempio di stile eclettico, neogotico e liberty.

Mi è capitata a tiro una foto del lampadario in ferro battuto che si trova sotto l’arco d’ingresso.

Così, ho deciso di scrivere una poesia dedicata a quell’oggetto.

Fin da piccolo ho sempre avuto la passione per i lampadari.

Dunque, non avrei potuto non scrivere una poesia che trattasse l’argomento.

Vedere uno sotto un volto di ingresso ad un quartiere della nostra capitale ci dà l’idea di cosa ci si può aspettare quando si entra in quest’ultimo.

Gli edifici del quartiere Coppedè sono espressione dello stile dell’inizio del XX secolo, con un tocco di Romanticismo e di esotismo.

Sicuramente, vivrei volentieri in un quartiere simile.

Questa poesia potrebbe non essere l’unica dedicata al quartiere Coppedè e potrei decidere di scrivere un libro (in formato ebook) a riguardo.

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