La I spartizione della Polonia, la perdita della propria sovranità

Spartizione della Polonia

Nel XVIII secolo, ci fu la I spartizione della Polonia ed essa fu il primo passo verso la fine della sua esistenza per tutto il secolo successivo.

Nei secoli precedenti, la Polonia fu un grande regno europeo.

Addirittura, nel XVI secolo, rischiò di fare parte di una grandissima unione con la Svezia, se il re Sigismondo III Vasa (nipote del famoso re svedese Gustavo I Vasa, 20 giugno 1566-30 aprile 1632) non fosse stato deposto dal trono del regno scandinavo il 24 luglio 1599.

Proprio sotto re Sigismondo III, nacque la Confederazione polacco-lituana, la quale nacque dall’unione delle due corone del Regno di Polonia e del Granducato di Lituania.

La Confederazione polacco-lituana fu una monarchia a carattere elettivo.

Questa situazione rimase fino alla metà del XVIII secolo.

Dalla metà del XVIII secolo, la Confederazione polacco-lituana perse de facto la sua sovranità.

Infatti, lo zar Impero Russo nominava di fatto i re polacchi.

Il carattere elettivo della monarchia coinvolgeva altre nazioni.

Molti degli ultimi dei re polacchi furono dei principi elettori della Sassonia.

L’ultimo re di Polonia fu Stanislao Augusto Poniatowski (17 gennaio 1732-12 febbraio 1798).

Questo re fu voluto dalla futura zarina Caterina II (detta Caterina la Grande, 21 aprile 1729-17 novembre 1796) della quale fu amante.

Durante il regno di questo sovrano avvenne la spartizione, che si svolse in tre fasi.

La prima avvenne il 5 agosto 1772 e fu condotta dal re di Prussia Federico II di Hohenzollern (24 gennaio 1712-17 agosto 1786).

Questi volle la porzione a nord-ovest del regno polacco, per potere collegare la Prussia occidentale a quella orientale.

Inoltre, durante la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), la Polonia appoggiò la Francia, l’Arciducato d’Austria e la Russia contro la Prussia.

Questo permise alla Russia di creare delle basi in territorio polacco contro la Prussia.

Così, il sovrano prussiano fece contraffare la valuta polacca, in modo da mandare in vacca l’economia della Confederazione polacco-lituana.

La Polonia dovette legarsi di più alla Russia, la quale la controllava attraverso la nobiltà.

Nel 1764, attraverso l’ambasciatore e principe russo Nicholas Repnin (11 marzo 1734-12 maggio 1801), la zarina impose una Costituzione che cancellò le riforme fatte da re Stanislao Augusto.

Il re polacco era ambizioso e voleva creare uno Stato forte.

Questo non piacque ai Prussiani, agli Austriaci e ai Russi.

Così, il re prussiano, l’imperatrice d’Austria Maria Teresa d’Asburgo (13 maggio 1717-29 novembre 1780) e la zarina fecero un accordo che avrebbe garantito lo status quo.

Questo accordo portò alla I spartizione della Polonia, la quale avvenne il 5 agosto 1772.

I territori del sud finirono in mani austriache, la parte orientale passò alla Russia e la Pomerania fu presa dalla Prussia.

Questo fu il primo passo verso la fine dell’esistenza dello Stato polacco.

Fatta salva la parentesi napoleonica, nel XIX secolo, la Polonia non esistette più come stato sovrano.

Infatti, nel 1793 e nel 1795, ci furono altre due spartizioni.

Forse, si può capire un popolo studiandone la storia.

La Polonia di oggi è figlia della sua storia.

Per oltre un secolo, essa fu popolo ma non ebbe la sua patria, senza parlare poi del periodo comunista.

Prima di giudicare, si deve capire.

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