L’arte e la spiritualità

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Nel creare la versione cartacea del mio libro intitolato “Da Milano a Salerno“, mi è venuta in mente la questione dell’arte e della spiritualità.

La foto qui sopra mostra l’interno della chiesa dell’ex-convento della Scarzuola, in provincia di Terni, convento che negli anni ’50 fu acquistato dall’architetto Tomaso Buzzi, il quale fece il suo famoso parco.

Ora, faccio una riflessione.

L’arte trasmette spiritualità.

La storia dice una cosa del genere.

Il rapporto tra arte e spiritualità è qualcosa di molto stretto.

Pensiamo a tesori artistici come i templi greci, quelli romani, la basilica di San Vitale, il Duomo di Milano o la Cappella Sistina.

Opere come quelle che ho citato trasmettono ciò che è trascendentale, il rapporto tra l’umano e il divino.

Oggi, si vuole distruggere questo rapporto.

Basta pensare a quella storica che ha definito gli affreschi della Cappella Sistina “un’opera del suprematismo bianco e del patriarcato“.

Siamo alla follia pura.

Oggi, siamo nell’epoca materialismo.

Sconfitto sul piano economico, il marxismo ha vinto su quello culturale.

Esso è presente in quell’ideologia chiamata “Woke”.

Secondo quel concetto, l’arte deve essere svincolata dalla spiritualità.

Quest’ultima non può sussistere, perché va contro l’ideologia stessa.

Ciò si vede.

Si vede nell'”arte” apertamente blasfema.

Penso, per esempio, al Piss Christ di Andres Serrano.

Ciò è segno della degenerazione della nostra società.

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