L’invidia, un peccato e una forma di ammirazione

invidia

L’Inter sta vincendo il suo XX scudetto e gli altri (compresi noi milanisti) proviamo una sorta di invidia e abbiamo fastidio.

Certo, se lo scudetto della stagione 2004-2005 non fosse stato assegnato a nessuno, probabilmente ci sarebbe meno risentimento.

Quell’assegnazione a tavolino favorì i risentimenti che ci sono ancora oggi.

Infatti, a fronte di ciò, gli altri possono dire: “Allora, noi siamo dei fessi perché ci sudiamo i risultati sul campo?“.

Parto da questo fatto sportivo per arrivare ad un tema più profondo.

Come ho scritto in precedente articolo, ognuno di noi ha una dose di invidia in sé.

L’invidia nasce da un senso di mancanza che ciascuno di noi ha verso gli altri.

Epicuro scrisse dell’invidia queste parole: “Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano“.

Come ho scritto prima, tale sentimento è insito nella natura umana.

L’uomo è anche competitivo.

Questo fa parte della sua natura.

Ci sono persone che riescono a centrare gli obiettivi che si pongono e altre che non riescono a fare ciò.

Tuttavia, tale sentimento è insito anche in chi ha gli stessi beni dell’invidiato.

In questo caso, l’invidioso ragiona così perché vuole avere l’uso esclusivo di quei beni.

Tra la persona invidiosa e quella invidiata esiste una sorta di legge del contrappasso.

Infatti, la persona invidiosa desidera che quella invidiata vada in rovina.

Da ciò nasce il famoso discorso del malocchio.

Tuttavia, il male che l’invidioso desidera per l’invidiato torna indietro.

L’invidioso è infelice e più è infelice più egli prova invidia verso l’altro.

Così, si innesca il circolo vizioso che porta sempre male all’invidioso.

L’unico modo con il quale si può spezzare questo circolo è l’accettazione dei propri limiti e di ciò che si è.

Questo discorso è difficile, vista anche la natura competitiva dell’uomo.

Però, una volta che si riesce a fare ciò il circolo vizioso viene meno.

Tuttavia, l’invidia è anche qualcosa di positivo.

Molto spesso, essa cela una sorta di ammirazione e può essere uno stimolo a fare meglio, a patto che essa non degeneri.

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