Questa è la mia poesia intitolata “Pandorae crater”, ossia “Il vaso di Pandora”, ed è scritta in maccheronico-siciliano e in italiano:
PANDORAE CRATER
Cum ruinam et pavuram…dintra…
et cum ogni mali pì lu munnu…
crater Pandora appi…
et chiddu idda aprìu…
sed spiranza dintra ci ristau…
et…comu hodie fari poti…
quannu niscìu sarvizza purtau.
IL VASO DI PANDORA
Con la rovina e la paura…dentro…
e con ogni mal per il mondo…
il vaso Pandora ebbe…
e quello ella aprì…
ma la speranza dentro gli restò…
e…come oggi far puote…
quando uscì la salvezza portò.
Questa poesia intitolata “Pandorae crarter” parla del vaso di Pandora.
Si tratta di un racconto della mitologia greca.
Prometeo rubò il fuoco agli dei dell’Olimpo e Zeus gliela fece pagare dando alla prima donna mortale un vaso.
La donna in questione fu Pandora, una donna resa bellissima da Afrodite, alla quale Era insegnò le arti manuali.
Zeus disse a Pandora di non aprire il caso.
Pandora ebbe da Ermes il dono della curiosità e tolse il tappo al vaso, dal quale uscirono gli spiriti maligni della “vecchiaia”, della “gelosia”, della “malattia”, della “pazzia” e del “vizio”.
Rimase sul fondo solo la speranza, la quale non poté uscire perché il tappo fu rimesso al suo posto.
Cristianamente, mi viene da dire che il vaso di Pandora sia stato riaperto per fare uscire la speranza.
Infatti, la storia del vaso di Pandora può andare di pari passo col libro della Genesi, il primo testo bliblico.
Come Pandora fece diffondere il male aprendo il vaso, istigata dal serpente, Eva portò la morte mangiando il frutto della conoscenza.
Tuttavia, nella Bibbia, un’altra donna (Maria) portò la speranza, dicendo sì a Dio e al progetto che Egli aveva in serbo per lei, facendone la madre di Suo Figlio.
A volte, però, è bene aprire il vaso di Pandora.
Essere curiosi, di per sé, non è un male.
Cercare la verità delle cose e ripudiare la menzogna è cosa giusta.
Per ripudiare la menzogna serve la ricerca anche se questo comporta qualche rottura nei rapporti umani.
Il male non sta nella conoscenza ma nell’uso che di essa si fa.
Chi è capace di capire…capisca.