Polemica sull’uso sconsiderato dei social network

Polemica

Faccio una polemica circa l’uso sconsiderato dei social network (come Facebook) che molti fanno in maniera più o meno consapevole.

Talvolta, la polemica è sana e si dovrebbe rivalutare la figura del polemista.

La polemica, infatti, può servire a denunciare un fatto serio.

Ora, esprimo il mio disappunto circa l’uso sconsiderato che si fa dei social network.

Ultimamente, ho ricevuto qualche attacco di troppo.

L’attacco non era rivolto tanto alle mie opinioni, cosa che ci può stare e che fa parte del gioco, ma alla mia persona.

Sembra che social network (come Facebook e Twitter) siano diventati le latrine dei repressi, di gente che riversa le sue frustrazioni in rete, offendendo altri.

La cosa che mi fa specie è il fatto che a fare ciò non siano dei giovani ma dei miei coetanei, dei cinquantenni o delle persone di età superiore.

Si può capire il diciottenne o il ventenne brioso.

Però, un quarantenne (come me) o un cinquantenne dovrebbe capire qualcosa di più.

Invece, i più feroci sono “quelli degli anta” o quelli che qualcuno definirebbe “boomers”.

Tutto ciò è assurdo.

Secondo me, gli psicologi e gli psichiatri dovrebbero fare gli straordinari.

La volgarità impera ovunque.

Da quello che si vede, vi è gente che nella vita ha subito delle frustrazioni e che sfoga tutto ciò usando le tastiere dei computer.

Tutto ciò è tristissimo.

Certe persone sono leoni nell’uso delle loro tastiere mentre sono dei conigli nelle loro vite reali.

Tutto ciò fa schifo.

Io uso i social network per fare networking.

Certo, se qualcuno dei miei contatti virtuali diventasse un’amicizia reale sarei ben felice.

Però, io ho l’aspirazione non troppo velata di lavorare nell’editoria.

Vedere certe cose, però, mi fa dire: “Ma chi me l’ha fatto fare di entrare in Facebook?“.

Ogni giorno, vedo delle schifezze.

Io sto meditando di chiudere i miei profili Facebook e non solo e di provare altre strade per il mio scopo.

Mi dispiace fare questa polemica ma penso che ci siano dei limiti oltre i quali non si può andare.

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