Porzûs, un eccidio che non può essere dimenticato

Oggi, è il 25 aprile e si celebra la liberazione d’Italia ma il ricordo di fatti come l’Eccidio di Porzûs non può non gettare un’ombra su una certa retorica.

Secondo questa retorica, il 25 aprile è la festa del ricordo della liberazione dell’Italia nazi-fascismo.

Tuttavia, quell’insieme di movimenti chiamato “Resistenza” (il quale secondo una certa storiografia è ricordato sempre dalla parte giusta) commise atti deprecabili.

Il caso dell’Eccidio di Porzûs rappresenta ancora oggi un esempio di ciò.

La terra del Friuli-Venezia Giulia fu terra di aspri combattimenti.

L’Eccidio di Porzûs non fu causato dai nazi-fascisti ai danni di inermi popolazioni civili ma fu causato da partigiani ai danni di altri partigiani.

A fare ciò furono i partigiani comunisti della Brigata Garibaldi ai danni di altri partigiani, quelli della Brigata Osoppo.

Ora, sorge questa domanda: tutti i partigiani non dovevano combattere il nazi-fascismo e liberare l’Italia?

Nelle nostre scuole si insegna che i partigiani furono i buoni e gli altri furono i cattivi.

Questo modo di esporre le cose è molto semplicistico.

In realtà, il quadro fu complesso e non tutti i partigiani volevano liberare l’Italia dai nazi-fascisti per ridarle la libertà.

In questo quadro si inserì anche un fatto grave come l’Eccidio di Porzûs.

Il 7 febbraio 1945, i partigiani comunisti della Brigata Garibaldi uccisero quelli cattolici, laico-socialisti e liberali della Brigata Osoppo.

Questo fu l’eccidio che avvenne in quella località del Friuli-Venezia Giulia, in Provincia di Udine.

Ciò avvenne perché i partigiani comunisti della Brigata Garibaldi non volevano rendere l’Italia un Paese libero ma volevano favorire i partigiani comunisti jugoslavi di Tito nel controllo di un pezzo del nostro Paese.

Come scrisse Paolo Deotto, l’Eccidio di Porzûs è ancora oggi un’ombra cupa sulla Resistenza.

Purtroppo, ancora oggi, dire ciò significa farsi accusare di revisionismo o (peggio) di essere di idee neofasciste.

La Resistenza è stata trasformata in una sorta di “Moloch” intoccabile.

Questo atteggiamento è sbagliato.

Ora, se si vuole parlare di storia si deve trattare ogni argomento senza pregiudizio e senza tifo.

Anche tra i partigiani ci furono coloro che fecero delle azioni sporche.

I partigiani comunisti della Brigata Garibaldi non volle agire nell’interesse dell’Italia e l’Eccidio di Porzûs fu la dimostrazione pratica di ciò.

L’Eccidio di Porzûs non fu certamente l’unica azione sporca dei partigiani comunisti.

Ricordiamo quello che accadde al seminarista Rolando Rivi.

Il seminarista Rolando Rivi non era certo un nazista.

Egli fu ucciso in nome dell’odio verso la fede che i comunisti provavano.

I partigiani comunisti pensavano solo alla loro ideologia.

A loro non interessava la liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti ma interessava solo portare il comunismo nel nostro Paese.

Questa è la verità.

Quei partigiani arrivarono anche ad uccidere altra gente che, almeno sulla carta, combatteva per la stessa causa.

Ora, per avere sostenuto ciò, mi si dica pure che io sia un revisionista o un neofascista.

Oramai, si è capito che la bugia non può più essere sostenuta.

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