Arbor et sagitta/ L’albero e la saetta

arbor

Questa è la mia poesia intitolata “Arbor et sagitta”, ossia “L’albero e la saetta”, una poesia allegorica scritta in maccheronico-siciliano e in italiano:

ARBOR ET SAGITTA

Autu arbor si viri…

ca caelum tuccari poti…

et pulcher eni…cum fogghi…

sed periculu purtari poti…

comu dû mali supra umbram ca havi…

homo ca vicinu a stari nun havi…

quannu sagitta supra ci cadi.

L’ALBERO E LA SAETTA

Alto l’albero si vede…

che ‘l ciel toccar puote…

e bello è…con le foglie…

ma periglio portar puote…

come de ‘l mal sopra l’ombra che ha…

l’omo che vicino a star non ha…

quando la saetta sopra gli cade.

Questa poesia è allegorica.

Prima di spiegarla, desidero pubblicizzare il libro intitolato “Poesie del Borgo“, antologia che raccoglie le poesie menzionate nell’omonimo concorso letterario.

Tra le poesie, ve n’è anche scritta da me.

Ora, spiego la poesia pubblicata qui sopra.

La mia poesia è ispirata ad un’allegoria orientale.

Ci sono alcune categorie di persone dalle quali è bene stare alla larga e non fare amicizia.

Una di queste categorie è rappresentata dall’albero colpito dai fulmini.

L’albero che viene colpito dai fulmini rappresenta la persona che si caccia sempre nei guai.

Ci sono persone che, per colpa loro o meno, si cacciano nei guai con una certa frequenza.

Purtroppo, a fare le spese di ciò non sono solo queste persone ma anche coloro che stanno nei loro paraggi, come parenti o amici.

Conosco certe situazioni.

Dunque, è bene guardarsi da queste persone e frequentarle il meno possibile.

Semmai, è giusto stare vicini a loro con la preghiera e con qualche buon consiglio.

Il rischio è quello di trovarsi nei loro guai, con conseguenze gravi per sé stessi e per i propri cari.

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