Haereticus sarvatu/ L’eretico salvato

Haereticus

Questa è la mia poesia intitolata “Haereticus sarvatu”, ossia “L’eretico salvato”, una poesia scritta in maccheronico-siciliano e in italiano:

HARETICUS SARVATU

“Col fuoco a’ piedi,

oimè posto tra i ceppi,

sottratto fui dal barbaro tormento

perché devoto a Te volger mi seppi”.

Ca manciannu stava lu focu…

iddu, haereticus, perfidos…

ca fu…et cum focu castiatu…

fu…sed pì Dominum la Virgini priau…

et ascutatu vinni…et sarvatu…

fu…comu ntâ l’anima puliziatu…

comu homo pirdunatu.

L’ERETICO SALVATO

“Col fuoco a’ piedi,

oimè posto tra i ceppi

sottratto fui dal barbaro tormento

perché devoto a Te volger mi seppi”.

Che divorando stava ‘n foco…

egli, eretico, perfido…

che fu…e col foco castigato…

fu…ma per il Signor la Vergine pregò…

e ascoltato venne…e salvato…

fu…come ne l’anima nettato…

come omo perdonato.

Entrando nel santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie di Curtatone, nella fila di statue poste a destra di chi entra si nota la figura di un uomo seduto e legato ai ceppi.

Sembra una figura cinquecentesca.

Quell’uomo fu un condannato per abbruciamento, al rogo.

Probabilmente, egli fu accusato di eresia.

Deve essere ricordato che in quel tempo si poteva essere accusati di eresia anche solo per avere espresso un pensiero diverso rispetto a quello della massa, a prescindere dalla questione religiosa.

Era il periodo della cosiddetta Riforma protestante.

L’uomo fu condannato per abbruciamento ma prego la Vergine Maria e per intercessione di quest’ultima presso Dio fu salvato.

Molto probabilmente, quell’uomo cambiò vita.

Oggi, quell’atto di devozione si nota nell’arte.

La poesia è introdotta dalla metopa che si legge nel tondo posto sotto la statua.

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