I barbari del V secolo e i migranti di oggi

barbari

Sono perfettamente d’accordo con l’amica Eleonora Serra circa il parallelismo tra i barbari del V secolo DC e i migranti di oggi.

Riprendo questa parte di un articolo scritto sulla “Gazzetta di Modena” che la cita:

“Il calo demografico. Pochi cristiani, unico baluardo a difesa del lassismo morale che gli imperatori non riuscirono a fronteggiare con leggi per frenare concubinaggio, divorzi, aborti esponenziali, omosessualità dilagante e perdita dei valori morali. Meno persone, più germanici a ingrossare l’esercito.

Ce li siamo portati in casa, i barbari, come un cavallo di Troia.

Ma quei barbari, privi di un substrato culturale forte, riconobbero la superiorità culturale dell’impero che si impegnarono a ricostruire come sacro e romano. Questi nuovi barbari invece?“.

I barbari che nel V secolo DC invasero l’Impero Romano erano persone che, per esempio, non avevano una cultura scritta.

Per motivi come questo, per esempio, lasciarono ai Romani l’amministrazione dei territori da loro conquistati.

Mi vengono in mente personaggi come Cassiodoro, i quali amministrarono i territori italiani durante il regno del re Ostrogoto Teodorico (454-30 agosto 526).

Perciò, questi germani capirono la cultura dei Romani e la adottarono.

Grazie ad una Chiesa che aveva un grande spirito missionario, i Germani ariani (seguaci dell’arianesimo) e pagani divennero cristiani cattolici.

Un esempio fu il re dei Franchi Clodoveo I (raffigurato nell’immagine, 466-27 novembre 511) che si convertì al cattolicesimo e fece convertire il suo popolo a tale religione.

I migranti di oggi, invece, hanno un substrato culturale fondato su una cultura scritta e molti di loro professano una religione che di fatto è anche un codice giuridico.

Sto parlando dell’Islam.

Non abbiamo più una Chiesa in grado di integrare chi viene qui da noi.

Abbiamo rinunciato a tanti aspetti della nostra cultura, in nome del “politicamente corretto“.

Per questo motivo, i migranti che vengono qui da noi non accetteranno mai la nostra cultura e non si integreranno mai.

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