I santi e la polemica

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Anche i santi erano dei polemisti. Lo dice la storia, la quale ci insegna e ci ricorda molte cose che forse noi del giorno d’oggi trascuriamo.

Chi ha l’idea del santo come una persona per forza di cose mite e pronta ad accettare di tutto commette un errore e a dire: “Volemose bene“, come si vivesse in un mondo fatto di zucchero filato, ha un’idea limitata.

Tra i santi del passato, infatti, ci furono anche grandi polemisti, gente che (coi dovuti modi) era disposta ad affrontare i propri avversari a viso aperto.

Un esempio fu San Giovanni Fisher (nell’immagine, morto il 22 giugno 1535).

San Giovanni Fisher fu un grande vescovo ed umanista inglese.

Fu vescovo di Rochester dal 1504 alla morte.

Egli visse e operò nel pieno della Riforma protestante e con un altro grande santo di nome Tommaso Moro scrisse e pubblicò la famosa “Assertio Septem Sacramentorum”.

Con quest’opera, fatta con l’autorizzazione di re Enrico VIII, egli polemizzò con Martin Lutero e Giovanni Ecolampadio.

Tale polemica fu un difesa dei sette Sacramenti cattolici, della transustanziazione e della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.

San Giovanni Fisher fu uno strenuo difensore della Chiesa cattolica e dei suoi santi dogmi e quando il re decise di rompere col Papa e di implementare lo Scisma anglicano (nel 1534) egli rimase fedele a Roma e alla sua Chiesa.

Nonostante le pressioni subite, Giovanni non ruppe col Papa e il re lo fece decapitare.

Morì in santità da vero martire.

Non lanciò maledizioni contro nessuno ma rimase fedele alle sue idee.

La gente lo ammirò.

Essere santi significa cercare di essere nel giusto e a volte essere nel giusto significa anche dovere polemizzare.

Il santo non è una figura ascetica e che ha un carattere sempre serafico e che non condanna nulla.

Al contrario, la santità, a volte, comporta anche la rottura di amicizie.

Mi ricordo di San Giovanni Bosco (16 agosto 1815-1888), il quale era amico del noto marchese Roberto Taparelli d’Azeglio.

Massone e anticlericale, D’Azeglio espresse commenti sprezzanti verso la pratica del Santo Rosario.

Il santo gli rispose: “E anche, se fosse necessario, sarei disposto a rinunziare alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario“.

Dunque, lo stereotipo del santo come uomo ascetico e “molle” non regge.

Il santo è umile ma non senza carattere.

Questo è quanto.

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