Il colpo di Stato ieri ed oggi, storia di una pratica antica

Colpo di Stato

Prendo spunto da un articolo del blog dell’amica Chantal Fantuzzi che è intitolato “Ed il colpo di Stato è stato attuato o meglio il cambiamento istituzionale è stato approvato“.

Prima di iniziare, faccio i miei auguri a Chantal per la laurea appena ottenuta.

Chantal è una bravissima ragazza, una persona di grande cultura e molto erudita.

La stimo molto come persona.

Nel 411 AC, la democrazia di Atene fu sconvolta da un vero e proprio colpo di Stato che portò alla nascita di un’oligarchia.

Questo è uno stralcio dell’articolo di Chantal:

Dopo il fallimento dell’impresa di Alcibiade, Sami e Ateniesi contano sulle proprie forze: per non far cadere i piani (che comunque erano degli aristoi oltre che di Alcibiade) e continuare la guerra, cambiarono il regime per prima a Samo (nonostante alcuni tra i Samii resistessero), indi mandarono il sovracitato Pisandro ad Atene, perché, coi suoi seguaci, istituisse l’oligarchia nelle città alleate di Atene. Il delegato Diitrefe compì l’impresa a Taso, in Tracia e da quel giorno i Tasii attesero di essere liberati da… gli Spartani! Inoltre molti di essi, esuli, si rifugiarono proprio tra gli Spartani. Tutto ciò non dimostrava altro che Frinico aveva ragione: agli alleati non interessava propendere per l’oligarchia, ma gli Ateniesi l’avevano ormai voluta imporre.

Pisandro e suoi navigarono verso tutte le altre città filo ateniesi, abbattendo in esse la democrazia. Un demagogo che aveva contribuito a far esiliare Alcibiade, un non altrimenti noto Androcle, fu ucciso, per far piacere proprio ad Alcibiade in cui ancora si continuava a sperare perché procurasse l’amicizia di Tissaferne.

Come poté attuarsi un simile, drastico, cambiamento costituzionale? Tucidide scrive esplicitamente che gli oligarchi, cambiando la costituzione della città, volessero anche governarla, intimando (e compiendo) violenze sui pochi che apparivano dissentire dalla loro presa di potere, che non denunciavano le ritorsioni.

Per il governo di Atene, Pisandro e i suoi avevano scelto dieci “segretari con pieni poteri” che Tucidide chiama syngraphèis e qualifica come autokrates , con facoltà di convocare l’assemblea del popolo e presentare proposte sostituendosi alla boulé“.

Ora, la pratica del colpo di Stato è ancora oggi attuale.

L’esempio ateniese può essere visto come un caso da manuale.

In primis, l’aspirante golpista deve essere dentro il sistema.

Infatti, i cosiddetti “signori nessuno” non possono rovesciare un sistema partendo dal nulla.

Dunque, l’aspirante golpista deve essere per forza di cose una persona che opera dentro il sistema vigente e che ha agganci e seguito in vari settori.

In secundis, proprio perché deve essere una persona del sistema, l’aspirante golpista deve prendere il controllo dei gangli vitali dello Stato, come l’esercito ed i mass media.

Tuttavia, perché ci possa essere un colpo di Stato, servono alcune condizioni.

In primo luogo, serve una condizione di forte disagio della maggioranza del popolo.

Un popolo che sta bene non si ribella.

In secondo luogo, anche l’élite culturale della società deve essere con il potenziale golpista.

Ora, vi sono anche altri fattori.

Per esempio, un colpo di Stato avviene più facilmente in uno Stato centralista.

Al contrario, è molto più difficile che una cosa del genere avvenga in un Paese ad organizzazione federalista.

Infatti, i poteri locali hanno maggiore potere di interdizione nei confronti di ciò che può fare il golpista.

Oltre a ciò, non ci debbono essere poteri sovranazionali.

Ora, veniamo a noi italiani.

Noi italiani viviamo una situazione di disagio e siamo un Paese centralista.

Però, vi è un potere sovranazionale sopra le nostre teste.

Il potere in questione è l’Unione Europea.

Dunque, un colpo di Stato potrebbe non avvenire per questo motivo.

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