Il lume della cultura

Questa è la foto del lume che portai via dalla casa di mia nonna, in Sicilia. Se andassi via da dove abito ora, Roncoferraro, questo cimelio verrebbe via con me.

Prima di iniziare a trattare l’argomento, segnalo una campagna di fundraising per il blog “Il secondo mestiere“, del quale sono collaboratore esterno.

Si tratta di un blog di divulgazione culturale.

Il direttore del blog, Claudio Auria, mi dice sempre delle difficoltà che ci sono nel trasmettere la cultura.

Io ne so qualcosa.

A me viene detto: “Cosa pubblichi?” o “Smettila di scrivere!” oppure: “Quello che scrivi non serve a niente“.

Si è perso il lume della ragione.

Come ho scritto in un precedente articolo, la gente si limita ad ascoltare ciò che le viene detto ma non indaga e non fa ricerca.

Non si pone dei dubbi e non mette in discussione teorie che vengono divulgate.

Questo è desolante.

La gente di oggi è docile

Preferisce mantenersi nella “comfort zone” e pensare al suo orticello, piuttosto che mettere in discussione sé stessa e approfondire varie tematiche.

Vi confesso che talvolta provo disgusto per questa società.

Si preferisce il buio della crassa ignoranza al lume della conoscenza e del sapere.

Sembra quasi che l’idea della società distopica del romanzo “Farenheit 451” stia diventando realtà.

L’ignoranza è diventata un vanto.

Anzi, se non si è ignoranti non si è nessuno.

Io preferisco spendere qualche soldo e inviare ad un mio amico un libro che ho già letto, piuttosto che bruciarlo o gettarlo tra i rifiuti, per fare spazio ad altri testi.

Almeno, quel libro che ho ceduto potrà essere letto nuovamente.

Altri, invece, buttano via i libri che non leggono più.

Confermo ciò che ho scritto prima, nell’affermare che a volte questa società mi disgusti parecchio.

Una società che ritiene “lavoro” solo ciò che si fa manualmente è una società morta e che merita il fallimento.

L’uomo non deve mai aspirare alla mediocrità.

Al contrario, deve migliorarsi.

Perciò, io continuerò a fare ricerca e a scrivere poesie ed articoli, sui miei due blog (questo e “The Liberty Bell of Italy“), su “Italia chiama Italia“, su “La Civetta” e su “Il secondo mestiere“.

Continuerò a pubblicare i miei ebook su Amazon.

A qualcuno questo non piacerà?

Me ne frego!

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