La Britannia del V e del VI secolo, una nazione in transizione

Britannia

La Britannia del V e del VI secolo fu una nazione in transizione dal mondo romano a quello germanico.

Essa vide la fine del dominio romano e l’inizio di quello degli Angli, dei Sassoni e degli Juti.

All’inizio del V secolo, la Britannia fu abbandonata dalla maggior parte delle legioni romane.

Divenne un regno tributario di Roma gestito da capi che agirono come re.

Queste ultime dovettero proteggere Roma dalle incursioni dei Visigoti, i quali saccheggiarono la città nel 410.

Da quel momento in poi, i Britanni dovettero arrangiarsi.

La Britannia era minacciata dai Pitti a nord e dagli Irlandesi.

Ad un certo punto, uno dei re, un tale Vortigern (394-454), assoldò dei Germani provenienti dal Nord Europa: gli Angli, i Sassoni e gli Juti.

Sposò anche una di loro, facendo scalpore.

Infatti, i Britanni erano cristiani mentre i Germani erano pagani.

Poiché la zecca di Londinium (Londra) non batteva più moneta, i mercenari Angli, Sassoni e Juti non potevano ricevere il salario.

Per dovere di cronaca, la zecca di Londinium smise di funzionare nel 407.

Così, gli Angli, i Sassoni e gli Juti si presero pezzi di terre dell’isola.

Come ho scritto in precedenza, ci fu una vera e propria sostituzione etnica.

Gli Angli, i Sassoni e gli Juti presero il posto dei Britanni.

La lingua germanica si diffuse e divenne l’inglese che conosciamo.

La natura fece il resto.

Ci fu una pestilenza molto forte.

La Britannia si spopolò e ciò portò i popoli germanici lì presenti a vincere la battaglia di Dyrham.

Essa ebbe luogo nel 575 e determinò l’espansione degli Angli, dei Sassoni e degli Juti verso ovest e il confinamento delle popolazione britanniche nel Galles e in Cornovaglia.

Così nacque l’Inghilterra.

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