La notte di San Bartolomeo, la Spagna l’Inghilterra

Oggi, è il giorno di San Bartolomeo ma nella storia è nota la “Notte di San Bartolomeo”, la notte compresa tra il 23 e il 24 agosto.

La Notte di San Bartolomeo del 1572 fu uno degli eventi più sanguinosi della storia francese.

Essa rientrò nel contesto delle guerre di religione che insanguinarono la Francia nel XVI secolo.

Lo scontro fu tra cattolici e calvinisti, detti ugonotti, ma non fu solo uno scontro religioso.

In Francia, ci fu questa situazione: il cattolicesimo fu la religione di Stato ma nella sua forma gallicana.

Dunque, il re non sentiva il dovere di cambiare religione poiché aveva già tanto potere sulla Chiesa gallicana.

Deve essere ricordato che molti principi adottarono il protestantesimo per consolidare il loro potere e amministrare i beni della Chiesa cattolica.

Il protestantesimo calvinista si diffuse nella nobiltà antimonarchica, in tanta parte della borghesia e in una larga fetta dei ceti popolari delle città.

Il protestantesimo arrivò anche in importanti famiglie nobili, come quella dei Borbone.

Questa nuova situazione religiosa lacerò il regno e arrivò a coinvolgere anche la corona.

Rimasta vedova di re Enrico II, la regina madre Caterina de’ Medici decise di fare sposare sua figlia Margherita con il re di Navarra Enrico III di Borbone, colui che nel 1589 divenne re di Francia col nome di Enrico IV.

Il matrimonio si celebrò il 18 agosto 1572.

Enrico era protestante e Caterina sperava di poter dividere il partito ugonotto…e (forse) di fare passare Enrico al cattolicesimo.

Al matrimonio accorsero molti esponenti ugonotti e qui successe il fatto che divenne note come la “Notte di San Bartolomeo”.

Il massacro partì per ordine di re Carlo IX che fece uccidere l’ammiraglio protestante Gaspard de Coligny, già ferito in precedenza.

Secondo le stime moderne morirono tra 5 000 e 30 000 persone, compresi donne e bambini. A nulla valse l’ordine, giunto dal re il 24 agosto, di cessare immediatamente gli omicidi: la strage proseguì, diventando – secondo una definizione diffusa “il peggiore dei massacri religiosi del secolo” e macchiando il matrimonio reale con il nome di “nozze vermiglie”.

Ora, nel contesto delle guerre di religione in Francia ci fu un altro giocatore: l’Inghilterra.

Dal XIV secolo, i monarchi inglesi rivendicavano anche il titolo di re di Francia e la regina Elisabetta I Tudor non faceva eccezione.

Protestante, Elisabetta appoggiò le fazioni protestanti francesi e le foraggiò.

Del resto, i cattolici francesi furono appoggiati dagli spagnoli.

Dopo la morte di re Enrico III, che fu pugnalato da un frate il 2 agosto del 1589, il re di Navarra Enrico III di Borbone si convertì al cattolicesimo e (in quanto parente prossimo del suo predecessore) divenne re di Francia col nome di Enrico IV.

Questo dispiacque alla regina d’Inghilterra ma il nuovo re promulgò l’Editto di Nantes, col quale assicurò una certa tolleranza nei confronti dei protestanti.

L’Editto di Nantes fu revocato nel 1689 da re Luigi XIV.

Comunque, l’Inghilterra foraggiò la fazione protestante per indebolire la Francia e sottometterla.

La Spagna di re Filippo II d’Asburgo aspirava a fare altrettanto.

Filippo voleva fare ciò che tentò di fare suo padre, l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, nel mettere l’Europa sotto un unico potere asburgico.

Inoltre, non volle fare concessioni all’anglicana Inghilterra.

A fronte di questa doppia minaccia, re Enrico III Navarra si convertì al cattolicesimo e divenne re, salvando la sovranità del suo Paese.

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