Giulio Cesare, ce n’è uno per tutti

Il caso del generale Roberto Vannacci ha riportato in auge anche la questione del dittatore romano Giulio Cesare.

La figura di Giulio Cesare (12 luglio 100 AC-15 marzo 44 AC) affascina molti e fa discutere, ancora oggi.

Per alcuni fu un grande condottiero e per altri fu un distruttore di civiltà.

Alcuni lo ricordano come statista ed altri come tiranno.

C’è chi ne ha fatto un modello di virilità e chi lo ha trasformato in un’icona gay.

Proprio su questo punto si è espresso il professor Franco Cardini, il quale lo ha definito “bisessuale”.

Il professor Cardini è uno storico.

Ora, credo che un punto debba essere chiarito.

Noi, italiani, siamo eredi dell’Antica Roma.

Però, tra coloro che vivevano al tempo di Giulio Cesare e nella Roma imperiale e noi vi sono delle differenze.

Noi siamo eredi dei Romani ma siamo anche figli della tradizione giudaico-cristiana.

Cesare non conobbe mai quest’ultima, come non la conobbero i suoi contemporanei.

Nell’Antica Roma erano abbastanza comuni certe pratiche che oggi noi guardiamo negativamente.

Per esempio, nell’antica civiltà romana si poteva divorziare.

Gli Antichi Romani non andavano in chiesa ma nei templi ad adorare divinità diverse dal nostro Dio, divinità che erano molto simili agli uomini o divinità prese dalle religioni dei popoli coi quali venivano a contatto.

Le commedie romane avevano un linguaggio che qualcuno di noi definirebbe “licenzioso” se non “osceno”.

Poteva accadere anche che un uomo andasse con un altro uomo.

Poteva capitare che un uomo potente andasse a letto col suo schiavo.

In questo caso, era considerato “pederasta” chi aveva una posizione passiva.

Non vi debbo fare il disegnino per farvi capire le cose.

Potevano esserci anche rapporti tra donne.

Dunque, la figura di Giulio Cesare deve essere contestualizzata.

Farne un’icona LGBT o un simbolo della mascolinità senza tenere conto del contesto storico e culturale è un errore.

/ 5
Grazie per aver votato!