La passione può diventare un lavoro?

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Coltivo la passione per la scrittura fin da piccolo. La foto qui sopra mostra il “prima e il dopo”, la vecchia macchina da scrivere che era di mia madre e il mio computer.

Fin da piccolo coltivavo la mia passione per la scrittura.

Da piccolo, giocavo con quella macchina da scrivere.

Amavo scrivere.

Durante il terzo anno delle scuole medie, si decise di fare un giornalino scolastico.

Io volevo partecipare ma ci furono delle incomprensioni poiché si preferirono altri a me.

Mi dispiacque.

Quando frequentavo lo scuole superiori facevo delle ricerche in più, con rispettiva relazione scritta.

Quest’ultima era valutata.

Qualcuno diceva che ero “ruffiano” con gli insegnanti ma la realtà era ben diversa.

Infatti, io facevo quelle cose perché mi piaceva farle.

Certo, apprezzavo la valutazione.

Un voto in più faceva brodo /poiché influiva sulla valutazione finale) ma il mio principale scopo era quello di scrivere.

Sempre durante il periodo delle scuole superiori, iniziai a comporre le mie poesie.

Oggi, gestisco due blog, scrivo su giornali, come “La Civetta“, la rivista dell’Associazione Culturale “Pensiero e Tradizione” di Mantova, e “Italia chiama Italia” , e pubblico libri.

Dunque, dallo smacco delle scuole medie ad oggi, posso dire di essermi rifatto.

Ora, aspiro a fare il “salto di qualità”.

Aspiro a fare diventare la mia passione una professione, magari in qualche giornale locale.

Se lavorassi nel campo dell’editoria sarebbe una grande cosa per me.

Non ci sarebbe solo il guadagno in termini di denaro (cosa che è fondamentale) ma ci sarebbe anche la soddisfazione nel vedere la gente leggere ciò che scrivo, il che mi darebbe una certa “immortalità”.

Infatti, la scrittura rende le persone “immortali” su questa terra.

Penso, per esempio, ai grandi scrittori e poeti, come Jacopone da Todi, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e William Shakespeare, per citarne alcuni.

Spero che tutto ciò sia gradito.

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