La Tavola Rotonda e il Seggio Periglioso

Tavola Rotonda

Nel ciclo arturiano si parla della famosa Tavola Rotonda, la tavola attorno alla quale Re Artù e i suoi dodici cavalieri sedevano per discutere.

La Tavola Rotonda ebbe un significato simbolico molto importante.

Infatti, essendo senza angoli, il cerchio dava l’idea dell’eguaglianza nel discutere e il re era un primus inter pares.

Il re era tale per grazia di Dio e tutti gli obbedivano ma la dignità era riconosciuta ai cavalieri al suo servizio.

Ciò manteneva la pace.

Pur essendo re per grazia di Dio, lo stesso Re Artù poteva sentirsi eguale agli altri cavalieri, evitando così i conflitti di prestigio.

Dunque, la leggenda di Re Artù è nota, anche se forse questa leggenda ha un fondo di verità.

Infatti, Re Artù potrebbe essere esistito e potrebbe essere stato il capo britannico-romano di nome Riothamus, il quale visse nel V secolo DC e impedì agli Angli, ai Sassoni e agli Juti di prendersi tutta la Britannia.

Tuttavia, questa leggenda ha anche qualcosa di sinistro.

Infatti, nella leggenda della Tavola Rotonda si parla di tredici seggi.

Il tredicesimo seggio è vacante.

Mago Merlino, colui che fece la Tavola Rotonda, fece diventare il tredicesimo seggio il “seggio periglioso”.

Esso fu fatto per essere occupato dal cavaliere che troverà il Santo Graal.

Al contrario, chi si sarebbe seduto su quel seggio senza avere il titolo di fare ciò sarebbe stato castigato.

Una voragine si sarebbe aperta sotto i suoi piedi e lo avrebbe inghiottito.

Altre versioni della leggenda parla di una morte immediata per colui che si sarebbe seduto sul “seggio periglioso” senza avere il titolo per fare ciò.

La leggenda dice che il “seggio periglioso” sarebbe stato occupato da sir Galahad o sir Parsifal, a seconda delle versioni.

Nella “Morte di Artù” di Thomas Mallory, il seggio sarebbe stato occupato da Parsifal nell’anno 454.

La data non risulta casuale.

In quell’anno morì Vortigern, il re romano-britannico che fece entrare gli Angli, i Sassoni e Juti in Britannia, portando all’invasione dell’isola operata da questi ultimi.

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