L’amore, una materia complessa bistrattata e buttata in politica

amore

Oggi, provo a trattare una questione complessa per me, il tema dell’amore. Il tema è per me cosa molto complessa.

Infatti, non mi sento portato per certe cose.

Ora, la mia amica Eleonora mi ha fatto venire in mente una riflessione.

Eleonora, infatti, mi ha portato all’attenzione le parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la ragazza che è stata uccisa.

Il presunto assassino di Giulia è l’ex-fidanzato Filippo Turetta, il quale è in carcere.

Durante il Festival di Sanremo, gli attori de “Il Mare fuori” hanno le parole di Matteo Bussola contro la violenza sulle donne.

Riprendendo le frasi scritte sui social dall’attivista femminista Carlotta Vagnoli, Elena ha aggiunto una storia su Instagram.

Nella storia in questione, Elena ha scritto queste parole: “Di un siparietto intriso di pinkwashing le vittime di femminicidio e 13 sopravvissute se ne fanno poco, sul serio non si poteva fare di meglio?“.

Tutti noi conosciamo le idee di Elena Cecchettin, la quale si è espressa in più di un’occasione.

Basta ricordare le frasi sul patriarcato, dopo l’assassinio di sua sorella.

Siamo di fronte alla solita cagnara ideologica nella quale viene gettato anche l’amore.

Del resto, l’amore è un tema bistrattato.

Mi vengono in mente i monarchi inglesi, come re Enrico VIII, il quale non si sposò sei volte certo per amore.

Anzi, Enrico fu un uomo centrato su sé stesso.

Dunque, egli fu un uomo non in grado di amare.

Mi viene in mente anche re Giorgio IV del Regno Unito (nell’immagine, 1762-1830), il quale non sposò Carolina di Brunswick per un nobile sentimento amoroso.

Infatti, il matrimonio fu un vero inferno.

Al contrario, Giorgio amò veramente la vedova Maria Fitzherbert (1756-1837), la quale fu sposata da lui senza il placet del padre, re Giorgio III.

Dunque, il matrimonio non era valido per la legge inglese ma fu celebrato lo stesso dal reverendo Robert Burt.

Oltretutto, Maria era anche cattolica.

Dunque, il matrimonio era contro la legge, visti anche l’Act of Settlement del 1701 e il Royal Marriage Act del 1772.

Eppure, tra i due l’amore fu vero.

Quando re Giorgio IV morì, si scoprì che egli conservò tutte le lettere di Maria.

Le lettere furono distrutte.

Il fratello e successore di Giorgio, re Guglielmo IV, offrì a Maria il titolo di duchessa ma ella rifiutò e chiese di poter indossare l’abito vedovile.

Dunque, Maria non sposò Giorgio per interesse.

Lo amava.

Ella amava quell’uomo pieno di vizi, vizi che lo fecero andare davanti al Creatore, che fece la cosa buona nella concessione dell’Editto di emancipazione dei cattolici del 1829.

Re Giorgio IV era un uomo vizioso.

Nel suo ultimo periodo, era anche un uomo grasso ma non era una persona crudele come il suo noto predecessore, re Enrico VIII.

Al contrario, era un uomo capace di amare e le lettere di Maria da lui conservate erano la dimostrazione di ciò.

Il sovrano mi potrebbe ispirare qualche poesia.

Ho scritto di Maria Fitzherbert nel mio libro intitolato “Donne e corone“.

Quindi, l’amore è qualcosa che merita rispetto.

Evidentemente, molti non hanno capito ciò.

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