Le mondine: una storia che rischia di andare perduta

Nel settembre del 1998, qui a Roncoferraro, fu eretto un monumento dedicato alle mondine.

La statua è raffigurata nella foto. 

Fu una grande festa nel Comune mantovano. 

Un altro monumento simile fu eretto precedentemente nel 1984 a Vercelli.

Quell’evento fu presenziato anche dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Nello scorso weekend, Roncoferraro ha festeggiato il XXV anniversario dell’inaugurazione del monumento in questione.

Di esso ha scritto anche Matteo Vincenzi su “La Voce di Mantova“.

Meritano un plauso l’amministrazione comunale roncoferrarese, il Comitato Manifestazioni Roncoferraro, di cui sono segretario pro-tempore, la parrocchia di Roncoferraro e gli altri enti che sono stati coinvolti in tale iniziativa e che hanno contribuito ad essa.

Quello delle mondine è un mondo che non esiste più, un mondo che personalmente non conobbi, sia per ragioni anagrafiche, essendo io nato nel 1980,  che per origini.

Infatti, non sono di origine mantovana. 

Però, sentii parlare in più di un’occasione delle storie delle mondine, storie di donne che lavoravano duro nelle risaie e che spesso partivano da casa per andare lontano.

Per esempio, capitava che una mondina di Roncoferraro partisse e andasse nella zona di Novara a lavorare.

Sentii molte storie di codesto tipo. 

Le mondine facevano una colazione frugale a base di polenta, pancetta grigliata e un po’ di lambrusco o di vino di Clinto e iniziavano a lavorare.

Stavano per ore ed ore curve e con i piedi nell’acqua e nel fango a curare il riso.

Oggi, ci sono i macchinari ma un tempo certi lavori erano fatti a mano. 

Il lavoro era duro ma si doveva lavorare per portare a casa la pagnotta.

Le mondine lavoravano e cantavano.

Alcuni dei canti ancora oggi più noti sono quello intitolato “Amore mio non piangere” e quello intitolato “Donna lumbarda”.

Tra l’altro, qui a Roncoferraro era nota la signora Andreina Fortunati, detta Dina, la quale è deceduta lo scorso anno.

Conoscevo personalmente la signora in questione. 

La signora Fortunati faceva molte serate cantando i canti delle mondine e rievocando quel mondo che oggi non c’è più, quel mondo di cui ella stessa fece parte in giovinezza.

A Roncoferraro (e non solo) ci sono altre ex-mondine che sono testimoni di quel mondo che non esiste più. 

Temi come quello che ho trattato poc’anzi dovrebbero essere fatti conoscere ai tutti, sia agli italiani che risiedono qui in Italia che ai discendenti degli italiani all’estero.

Riguardo agli italiani all’estero, vi è l’iniziativa del Turismo delle Radici, del quale ho scritto su “Italia chiama Italia“.

Anche questi fatti sono pezzi di storia del nostro Paese.

Termino con una personale riflessione.

Io faccio parte del Comitato Manifestazioni Roncoferraro. Ne sono il segretario pro-tempore.

Penso che l’associazione in questione meriti un giusto riconoscimento per il lavoro svolto, visto che è da quarantaquattro anni che tratta il tema delle mondine.

Prima del Covid, le ex-mondine erano invitate alla festa della Gasaiga.

Ricordo il mio predecessore Alfredo Bertelli, il quale faceva delle ricerche approfondite, da ottimo storico della comunità roncoferrarese qual era.

Io non so se nel prossimo futuro sarò ancora del Comitato Manifestazioni Roncoferraro e se ne sarò ancora il segretario.

Ho delle questioni da risolvere a livello personale e sto facendo tutte le valutazioni del caso.

Se per risolvere tali questioni fosse necessaria la rescissione dei rapporti col Comitato Manifestazioni Roncoferraro…farei anche ciò.

Sono questioni lavorative e umane.

Avevo già fatto degli accenni a ciò.

Sia chiaro, sto valutando ogni cosa. Non ho ancora deciso nulla.

Comunque, l’auspicio è che l’opera del Comitato Manifestazioni Roncoferraro vada avanti e che possa avere un giusto riconoscimento.

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