L’egoismo, quando può fare male?

egoismo

Durante la messa di oggi, padre Stefano Tognetti, parroco della parrocchia di Roncoferraro, ha detto un’omelia sull’egoismo che mi ha fatto riflettere.

Ora, condivido con voi questa riflessione.

Nella sua omelia, il prete ha condannato egoismo.

Ha detto che questa umanità è imbruttita a causa dell’egoismo.

Ognuno pensa a sé a stesso e se ne frega degli altri.

Ora, faccio una considerazione.

Che il mettere al centro sé stessi non sia positivo è vero.

Un esempio è rappresentato ancora oggi da re Enrico VIII (28 giugno 1491-28 gennaio 1547).

Il sovrano inglese può essere ricordato come un esempio di egoismo.

Egli fu un uomo egoista che arrivò anche ad oltraggiare la cristianità pur di raggiungere i propri scopi.

Fece del male a tanta gente.

Tanti inglesi innocenti morirono per ciò che fece re Enrico VIII.

Inoltre, provocò uno lo scisma anglicano.

Certamente, un personaggio come re Enrico VIII non può essere imitato.

Anzi, non deve essere imitato perché ciò che fece fu veramente delittuoso.

Arrivò anche a fare morire due delle sue sei mogli, il suo amico Tommaso Moro ed altre persone che ebbero la “colpa” di non avere pensato come lui.

Alla sua morte, avvenuta il 28 gennaio 1547, l’Inghilterra era un Paese diviso e sull’orlo della bancarotta.

Però, si dovrebbe dire un’altra cosa.

La realizzazione di sé stessi non è di per sé un male.

Fare i propri interessi e realizzare sé stessi non è di per sé una cosa malvagia.

Quando si fanno i propri interessi senza fare del male al prossimo non è un male.

Se io realizzassi i miei progetti senza nuocere al prossimo non dovrei sentirmi in colpa di nulla.

Il problema ci sarebbe se io nuocessi al prossimo e gli causassi dei danni.

Dunque, bisogna separare l’idea del realizzare sé stessi dal fare del male al prossimo.

Realizzare sé stessi ed essere felici non deve essere per forza di cosa qualcosa che nuoce al prossimo.

Anzi, una persona realizzata può essere migliore e può essere utile anche al prossimo.

Non deve esserci il senso di colpa nella propria realizzazione.

Realizzare sé stessi non può essere un peccato.

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