L’identità: una questione che deve fare riflettere sui luoghi

Faccio una riflessione sulla questione dell’identità come fatto personale, culturale e sociale un fatto profondo.

Riguardo a questo tema e a questa riflessione devo ringraziare di cuore una persona, l’amica Eleonora Serra, la quale ha pubblicato il suo libro intitolato “Xavon”.

Come ho scritto in precedenza, raccomando tale libro.

Ora, faccio una riflessione sulla questione dell’identità, partendo dai numerosi confronti con Eleonora.

Ella si sente a suo agio in Lunigiana, la terra d’origine della sua famiglia.

La Lunigiana è quella terra che oggi è divisa tra Toscana e Liguria.

Eleonora è originaria di Irola, una frazione del Comune di Villafranca di Lunigiana, in Provincia di Massa- Carrara, in Toscana.

Io mi sento più vicino a me stesso in Sicilia.

Mi viene detto: “Tu sei nato a Mantova e devi essere per forza di cose mantovano“.

Io sono mantovano di nascita ma mi sento legato anche alla Sicilia, la terra di mia madre.

Mi viene detto anche: “Tuo padre è abruzzese e sei un Fucilone“.

Io rispondo dicendo che mio padre è abruzzese, di Tossicia, in Provincia di Teramo, e sono un Fucilone anch’io.

In Abruzzo ci sono parenti che stimo.

L’Abruzzo è una bella terra con tanta brava gente.

Però, a differenza della maggior parte dei Fucilone, io sono una mosca bianca.

Quanto all’essere un Fucilone, io ricordo che ciò è vero ma che prima di tutto io sono Antonio Gabriele.

Io non sento di avere con l’Abruzzo quello stesso legame che ho con la Sicilia.

Per contrapposizione al sottoscritto, mi viene fatto notare che mi chiamo anche Gabriele, in riferimento a San Gabriele dell’Addolorata, il santo patrono d’Abruzzo.

Ciò è vero ma un santo non può essere identificato per forza di cose ad un’appartenenza regionale.

Il santo è di tutti, anche se è patrono di una regione.

Infatti, un santo è santo per un abruzzese, per un lombardo, per un toscano o per un siciliano.

Un santo intercede presso Dio per tutti coloro che hanno fede e che gli chiedono aiuto.

Non penso che a San Gabriele dell’Addolorata interessi molto della provenienza della persona che gli chiede un’intercessione per una grazia.

Tra l’altro, San Gabriele non nacque in Abruzzo ma in Umbria, per la precisione, ad Assisi.

Visse anche a Spoleto.

Perciò, penso che se leggesse queste mie parole, San Gabriele capirebbe il senso del mio discorso.

Sia chiaro, non ho nulla contro l’Abruzzo o contro gli abruzzesi (che rispetto) però la mia storia parla chiaro.

Rispetto l’Abruzzo ma amo la Sicilia.

Ho rispetto anche per Mantova, la mia città natale, ma non mi sento completamente mantovano.

La mia storia personale dice questo.

Ognuno è figlio della sua storia.

Questa riflessione vale anche per i popoli.

Un popolo come quello siciliano ha una storia ricca.

Io stesso potrei avere sangue siculo, greco, romano, greco-bizantino, normanno, aragonese e forse anche giudaico-spagnolo.

Io potrei essere legato alla Grecia, alla Spagna o anche all’Inghilterra perché la Sicilia stessa è legata a questi mondi.

Ricordo che a Messina esiste ancora oggi un archimandritato bizantino.

Ho parenti biondi come i Normanni.

Questi ultimi conquistarono sia l’Inghilterra che la Sicilia.

Magari, potrei avere qualche legame di sangue con qualche persona della Grecia come della terra albionica.

Io sento tutte queste cose e capisco l’importanza dell’identità.

Sento tutto queste cose ogni volta che si apre un discorso che ha a che fare con la Sicilia.

Perciò, quando leggete una mia poesia in maccheronico-siciliano cercate di capire questo concetto.

Il concetto di identità è importante, in una società come quella attuale, la quale tende a spersonalizzare ogni cosa, privandola della sua identità.

Devo ringraziare nuovamente Eleonora di questa riflessione.

Del resto, la Toscana di Eleonora è sulla strada per la mia Sicilia.

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