Premio Strega, una nota stonata

Non sono un lettore del quotidiano “Il Fatto Quotidiano” ma la mia amica Eleonora mi ha segnalato un articolo sul Premio Strega.

L’articolo in questione, che è stato scritto da Lello Voce, parla di una nota stonata nella sezione della poesia dei giovani.

Dato che io, come la mia amica Eleonora ed altri, scrivo e pubblico poesie, voglio dire la mia sulla vicenda.

Il Premio Strega è un evento importante per la letteratura italiana.

Ho visto in televisione la sezione poesia di tale premio e non mi è piaciuta.

Ora, riporto lo stralcio dell’articolo segnalatomi da Eleonora:

Per la poesia no, per la poesia l’organizzazione ha pensato bene di inviare ai Giovani solo una selezione (una silloge, han pomposamente detto) dei testi di ciascuno dei libri finalisti: una sorta di versione Reader’s Digest dei testi in gara.

La cosa è davvero incomprensibile: ormai sin dai tempi del Canzoniere petrarchesco i poeti e le poete del mondo intero non si limitano a scrivere poesie, ma, pensate un po’, scrivono libri di poesia, organismi nei quali il tutto è ben più della somma delle sue parti, in cui ogni testo stabilisce rapporti complessi con tutti gli altri.
Perché farli a pezzi?

In una nazione in cui, sin dalle scuole, si insegna ai ragazzi che gli scrittori scrivono romanzi e i poeti singole poesie, in cui nessun docente dotato di senno oserebbe dar loro da leggere un intero libro di poesia, invece dei soli 2 o 3 romanzi che funestano le estati di tutti i nostri ragazzi sin dalle medie, in questo sfigatissimo paese dove si arriva alle soglie dell’università con la scuola che ti ha dato, per nutrire il tuo immaginario e il tuo linguaggio, soltanto poesie sfuse e decontestualizzate (tre etti del Canzoniere, duecento grammi dei Canti leopardiani, duecentocinquanta di Ossi di seppia, ma – per carità – tagliato fino), ecco, in un paese del genere, in cui è precluso inoltre ogni contatto tra i poeti vivi e il sistema di istruzione, come in nessun altro luogo al mondo, di una cosa del genere non si sentiva proprio il bisogno.

Date i premi a chi volete, mescolate come vi pare i vostri interessi (accademici, poetici, economici) ma almeno fate in modo, mentre gettate dalla finestra ogni credibilità, di non buttar via con essa (con quell’acqua sporca) anche il bambino (la poesia).

Noi scriviamo ‘libri di poesia’ e gradiremmo che se ne tenesse conto. Libri interi, con un inizio e una fine, dove, come in un romanzo, tout se tient. Pensate davvero che i nostri giovani non siano in grado di reggere la lettura di un intero libro di poesia sino alla fine? Proprio voi, che gestite un premio di poesia con una sezione dedicata ai giovani? O invece ritenete che un libro di poesia sia un insieme casuale di testi, una carpetta lirica con una bella copertina dove ficcare tutte queste buffe frasi che vanno a capo?“.

Ora, provo a esprimere il mio parere e, prima di tutto, lo faccio correggendo l’autore dell’articolo.

Infatti, il corrispettivo femminile del termine “poeti” è “poetesse”.

Dopo questa dovuta correzione, entro nel merito.

Io scrivo poesie e ho pubblicato qualche mini-ebook su Amazon.

Un esempio di ciò, è l’ebook intitolato “Storia e versi dell’Inghilterra“, un ebook con poesie a tema inglese.

Ora, una singola poesia di quel libro può non dire nulla, se non è contestualizzata.

Invece, leggendo la poesia con le altre del medesimo libro se ne capisce il senso.

Scrivere poesie non è come scrivere un testo come questo articolo.

Nella poesia vi è anche lo spirito del poeta.

Il poeta che scrive la poesia deve rendere quest’ultima musicale.

Scrivere una poesia serve anche l’ispirazione.

Dunque, in una poesia vi sono caratteristiche che un testo normale non ha.

Questo comporta anche una certa fatica ed un certo impegno da parte del poeta.

Una poesia può venire di getto ma il poeta che la compone deve darle musicalità.

Deve “plasmare” la lingua.

Secondo me, questo modus operandi di chi gestisce il Premio Strega squalifica le poesie e i poeti che le compongono.

Si può capire che il fatto che le case editrici possano avere i loro interessi (che sono legittimi) ma se il tema centrale del concorso è la poesia quest’ultima deve essere la protagonista.

Altrimenti, non avrebbe senso fare simili concorsi.

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