San Rocco e Rennes-le-Château

Oggi, si festeggia San Rocco di Montpellier, un santo molto noto anche perché compare nelle storie di Rennes-le-Château.

Prima di parlare di Rennes-le-Château, trattiamo la storia di questo santo.

San Rocco nacque a Montpellier, in Francia, tra il 1345 e il 1350.

Sua madre era di origine lombarda.

Quando egli nacque, l’Europa fu in preda a una delle più gravi pestilenze.

Avete mai sentito parlare della Peste Nera?

Sino a vent’anni, Rocco fece una vita agiata e studiò anche all’università.

Poi, quando i genitori morirono, egli vendette i suoi averi e si mise in viaggio per Roma, come pellegrino.

Si incamminò per la Via Francigena e (manco a dirlo) raggiunse la Lunigiana.

Poi, attraversò Lucca, Firenze e Siena.

Nel suo viaggio in Italia, egli soccorse gli ammalati di peste e divenne noto come taumaturgo.

Fece il volontario nell’aiutare le persone e deviò verso la Romagna nel fare ciò.

Poi, tornò sulla Via Francigena da Arezzo, Bolsena, Sutri e Roma.

Rimase a Roma per tre anni, curando i malati nell’Ospedale Santo Spirito.

Ricordo che in quel tempo gli ospedali erano ostelli per i poveri, più che luoghi di cura.

Fu ricevuto anche in udienza dal Papa, il quale rimase ammirato dalla sua buona volontà.

Nel tornare in Francia, Rocco si fermò a Piacenza, per curare i malati ma fu contagiato.

Si ritirò in una grotta e lì un cane provvide a fargli avere almeno un pezzo di pane sottratto dalla mensa del padrone.

Ad un certo punto, un nobile di nome Gottardo Pollastrelli si prese cura di Rocco, il quale era un mendicante.

Rimase affascinato dalla sua storia e volle seguire il santo.

San Rocco glielo sconsigliò ma Gottardo divenne il suo biografo.

Guarito, Rocco tornò in azione.

Debellata la peste a Piacenza, egli si spostò a Voghera.

La zona era funestata dalla guerra.

Il santo fu preso dalle autorità, le quali pensavano che fosse una spia del nemico.

A Voghera vi erano i parenti di Rocco ma questi ultimi non lo riconobbero.

Fu processato e messo in prigione.

La prigionia fu vissuta dal santo in un tormentoso silenzio e nel desiderio di essere lasciato in solitudine, non riconosciuto, a vivere quei pochi giorni che gli restavano.

Morì nella notte tra il 15 e il 16 agosto tra il 1376 e il 1379.

L’annuncio della sua morte lasciò un intenso dolore, che invase l’intera popolazione unito allo sgomento per aver fatto morire un innocente in carcere.

Tale commozione esplose quando a fianco della sua salma venne ritrovata una tavoletta, sulla quale erano incisi il nome di Rocco e le seguenti parole: “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello”.

Solo in seguito sua nonna lo riconobbe.

San Rocco è invocato quando ci sono le epidemie.

Egli è anche simbolo del volontariato.

Tuttavia, il santo in questione è legato anche anche alla storia di Rennes-le-Château.

San Rocco era originario del sud della Francia, una terra che tra le altre cose fu legata anche ai Catari.

L’immagine qui sopra riporta il ritratto del santo nella statua che si trova nella chiesa della Madonna del Rosario di Galati Mamertino, il paese di mia madre, in Provincia di Messina.

La statua ritrae il santo col cane e la gamba sinistra ferita, la quale fu causata dalla peste.

Anche a Rennes-le-Château vi è una statua di San Rocco ma con la ferita alla gamba destra.

Alcuni vedono in ciò qualcosa di strano ma in realtà, nel racconto agiografico, non si sa quale delle due gambe sia stata ferita.

Semmai, vi è un’altra interpretazione circa la ferita.

I racconti agiografici parlano di una ferita causata dalla peste ma in varie raffigurazioni la lesione sembra di un colpo di spada o di un colpo di lancia.

Nella chiesa di San Lorenzo di Norimberga vi è una statua di San Rocco simile a quella di Rennes-le-Château, anche se è molto più antica di quest’ultima.

Norimberga fu città imperiale e fu legata anche alla Sacra Lancia.

Qui ci si può ricollegare ai miti di Rennes-le-Château.

Termino, facendo gli auguri di buon onomastico a coloro che si chiamano Rocco.

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