Scie chimiche e geoingegneria, una riflessione

Scie chimiche

Quando si parla delle famose “scie chimiche” si parla di un tema piuttosto scivoloso, un tema che viene spesso trattato in materia semplicistica, per non dire sempliciotta.

Parlare di “scie chimiche” in questo modo rischia di fare cadere il discorso nella banalità.

Invece, bisogna trattare il tema nell’ambito più complesso della geoingegneria.

Che si voglia mettere mano al clima è ovvio.

Si vuole fare ciò contro il riscaldamento climatico.

Ora, una riflessione deve essere fatta.

Se è vero che il riscaldamento globale è presente è altrettanto vero che esso non può essere attribuito alle sole attività antropiche.

Anzi, l’uomo ha meno colpe di quanto si possa immaginare.

Infatti, è storicamente (e scientificamente) dimostrato che il clima cambia da solo.

Questo non ci deve legittimare ad inquinare ma i fatti parlano da soli.

Ricordo la piccola ere glaciale del V secolo e quella del XIV.

A queste ere glaciali seguivano dei periodi più caldi.

Dunque, idee come quella di schermare il Sole sembrano roba da fantascienza.

Anche le famose “scie chimiche” rientrano in ciò.

Esse rientrano nel discorso dell’inseminazione delle nuvole.

Sappiamo tutti che, per esempio, un temporale si forma attraverso il meccanismo convettivo.

Chi vuole saperne di più compri il mio libro intitolato “Temporali, un mondo da scoprire“.

L’inseminazione delle nuvole avviene con degli aerei che spruzzano particelle d’acqua e di alcuni sali, come lo ioduro d’argento (AgI), per favorire la condensazione e la pioggia.

Il problema di tutto ciò è il fatto che mettere mano ai processi naturali possa essere molto pericoloso.

Per esempio, aumentando l’umidità si potrebbe aumentare anche il parametro del CAPE (Convective Available Potential Energy) e questo aumenterebbe il rischio di temporali violenti.

Fare scienza è una cosa seria.

Purtroppo, sembra che in questo caso si voglia giocare a fare Dio.

Una cosa del genere è pericolosa.

Oltretutto, Paesi come Cina e India hanno un primato non invidiabile riguardo alla questione delle emissioni di CO2.

Però, nessuno dice nulla a Pechino e a New Delhi, mentre noi ci facciamo tante fisime per le macchine col motore a scoppio.

Dunque, c’è anche tanta ideologia.

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