Una riflessione sull’anno che sta per finire

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Condivido con voi una riflessione circa l’anno che sta per finire. Tale riflessione mi è venuta in mente grazie ad un’amica con la quale ho avuto una bella conversazione.

La foto qui sopra è quella dell’imperatore Carlo I d’Austria (17 agosto 1887-1° aprile 1922).

Questi fu l’ultimo imperatore dell’Impero Austro-Ungarico e oggi è riconosciuto come beato dalla Chiesa cattolica.

Regnò dal 1916 al 1918 e vide il crollo del suo impero a causa della I Guerra Mondiale.

Egli fu detronizzato il 12 novembre 1918.

Eppure, il 31 dicembre del 1918, Carlo partecipò alla messa di ringraziamento col Te Deum.

La gente fu stupita da ciò.

Infatti, egli perse tutto ma non si lamentò e a chi gli faceva delle domande egli rispose che l’importante fu che i popoli avessero ritrovato la pace.

Altri sovrani precedenti a lui, come il re d’Inghilterra Carlo I Stuart, ebbero una sorte peggiore.

Il re inglese finì decapitato il 30 gennaio 1649.

Dunque, il 1° gennaio 1649 fu il suo ultimo Capodanno ed egli fu conscio di ciò.

Eppure, il monarca scrisse un’opera toccante come il libro intitolato “Eikon Basilike”.

Noi siamo diventati una società di piagnoni.

Ovviamente, includo anche me stesso tra i piagnoni.

Anch’io sono uno che si lamenta e forse (guardando bene le cose) queste mie lamentele sono eccessive.

Per cose meno gravi di quelle subite da personaggi come il re d’Inghilterra e l’imperatore asburgico, noi ci lamentiamo sempre.

Siamo diventati una società materialista, una società di gente perennemente adirata che nelle feste natalizie altro non pensa che ad andare al ristorante o a scambiarsi regali.

Se poi i regali non piacciono, perché non corrispondono alle proprie aspettative, ci si lamenta.

Non si pensa al fatto che dietro ad un regalo ci sia un pensiero di chi lo dà per chi lo riceve.

Anche quando ci si riunisce in famiglia per la Vigilia di Natale (o per Natale o per Capodanno) non si fa altro che parlare di soldi e di lamentarsi delle cose che non vanno.

Questo sarebbe festeggiare bene queste ricorrenze?

Ma fatemi il piacere!

Feste come queste dovrebbero celebrare la famiglia, l’amicizia e altri buoni valori.

Invece, si sentono solo discorsi di soldi e di quello che va o non va al lavoro.

Se questo è festeggiare, io non ci sto.

A questo punto, possiamo anche abolire queste feste.

Che senso ha festeggiare il Natale e il Capodanno se poi si sentono i soliti discorsi?

Che senso ha festeggiare il Natale e il Capodanno se poi si manifestano i problemi che ci sono negli altri giorni, e ci si lamenta sempre di essi?

Che senso ha festeggiare una festa come il Santo Natale se poi quando ci si siede a tavola ci si mette a spettegolare sul prossimo?

Forse, invece di lamentarsi, non sarebbe il caso di trovare una soluzione a tali problemi?

Lamentarsi non serve a nulla, se non a seminare tanto malumore.

Ciascuno di noi ha i suoi problemi ma non è giusto farli pesare agli altri.

Nessuno ha il diritto di fare sentire infelice il prossimo.

Anzi, ognuno ha il diritto di essere felice.

Chiedo scusa per la durezza delle parole da me usate in questa riflessione ma penso che come società stiamo toccando il fondo.

Queste feste natalizie dovrebbero essere momenti di incontro.

Giusto stamani, durante la messa, il prete ha invitato le coppie sposate a rinnovare le promesse matrimoniali.

Ovviamente, in quanto celibe, io non ho fatto ciò.

Ora, sposarsi e vivere un bel matrimonio non è già una bella cosa?

Si vive insieme e ci si vuole bene nonostante le avversità.

Questa è già una gran cosa.

Due persone che si vogliono bene, un marito ed una moglie, vivono bene.

Purtroppo, ci sono anche matrimoni che finiscono male e sono parecchi.

In questi casi, si deve essere vicini a coloro che hanno avuto problemi in questi matrimoni.

Forse, si deve recuperare il senso delle cose.

Forse, ognuno di noi dovrebbe fare un bilancio del proprio anno che sta per finire e gioire per i momenti buoni capitatigli e capire quelli brutti per migliorare.

Spero di non avervi tediati con questa mia riflessione.

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