Virgilio, un “santo laico” per Mantova e Napoli

Virgilio

Quando si parla di Publio Virgilio Marone (15 ottobre 70 AC-21 settembre 19 AC) si parla di un personaggio poliedrico.

La sua frase più nota recita: “Mantua me genuit, Calabria rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua rure duces“.

Di questo poeta latino ho scritto qualcosa nel mio ebook intitolato “Da Milano a Salerno“.

Virgilio nacque ad Andes, oggi Pietole, qui in Provincia di Mantova.

Visse in Salento, che una volta era chiamato “Calabria”.

Si trasferì a Napoli, ove morì.

Fu sepolto a Piedigrotta.

Tra l’altro, a Piedigrotta riposerebbero anche le spoglie di Giacomo Leopardi.

Il poeta latino fu “canonizzato laicamente”.

Ancora oggi, a Mantova, vi è una dicotomia tra Virgilio e Sant’Anselmo da Lucca.

Sant’Anselmo di Lucca è visto come il santo della Chiesa, il quale (però) era legato alla signoria dei Canossa, ai famosi “cagnoni”.

Nella dicitura mantovana, i “cagnoni” erano (e tuttora sono) i potenti.

Di conseguenza, Virgilio divenne il “patrono del popolo”.

Forse, non è un caso nella città di Mantova il fatto Piazza Virgiliana sia in qualche modo il “contraltare” di Piazza Sordello.

Quest’ultima piazza è quella della cattedrale di San Pietro, la quale ospita le spoglie di Sant’Anselmo.

Piazza Sordello è il cuore cristiano della città, insieme a Piazza Mantegna con la basilica di Sant’Andrea.

Al contrario, Piazza Virgiliana è il cuore laico e la statua di Virgilio troneggia sul monumento a lui dedicato.

Anche per Napoli, Virgilio divenne una sorta di “santo laico”.

Gli si attribuirono anche doti taumaturgiche.

Non fu neppure un caso il fatto che Dante Alighieri avesse scelto il poeta latino come suo compagno di viaggio, anche se Virgilio non poté accompagnarlo in Paradiso, in quanto non battezzato.

Dunque, Virgilio dovette tornare nel Limbo.

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