Amicizia, quando si parla di essa

Amicizia

Se avessi conosciuto la mia amica Eleonora molto prima, le avrei dedicato un intero capitolo dell’ebook sull’amicizia.

L’ebook in questione è intitolato “Amicitia: heri et hodie“.

Avendole raccontato di tutti coloro che sono miei amici e che mi invitano, Eleonora ha deciso di dedicarmi questa locandina-parodia.

L’ho apprezzata molto, per amicizia e per stima verso l’autrice.

Eleonora è la classica amica che fa ridere e che tira su di morale gli altri, con una sua battuta.

Io rido spesso ma non di lei.

Infatti, rido con lei.

Quella con Eleonora è un esempio di amicizia ben riuscita.

Ci sono anche altri esempi, come Morris Sonnino, Stephanie Caracciolo e altri.

Eppure, ho ricevuto inviti da amici così.

Morris mi invita a Roma, le amiche di Viterbo mi invitano a Viterbo, Eleonora mi invita al suo paese, Spilamberto, in Provincia di Modena, ecc.

Mi hanno invitato anche in Sardegna.

Non parliamo poi di quelli che stanno in Sicilia.

Sono di origine siciliana, per parte di madre.

Essere amici non vuole dire mangiare alla stessa tavola.

Anche Giuda Iscariota mangiò alla stessa tavola di Gesù Cristo.

Tutti noi sappiamo come andò a finire.

Essere amici vuole dire volersi bene per quello che si è, anche coi propri limiti, ed esserci nel momento del bisogno.

Penso a Morris Sonnino, come ad altri, che mi stette vicino quando mia madre morì.

Mi ricordo di un caso storico di amicizia, quello tra re Enrico VIII e il duca di Suffolk Charles Brandon.

I due furono anche cognati, per il matrimonio di Charles con la sorella di Enrico, la principessa Maria.

Per ironia della sorte, visto come è iniziato questo articolo, da questo matrimonio nacque anche una figlia di nome Eleanor.

Maria morì il 25 giugno 1533.

Quando si sposarono, dopo che Maria rimase vedova del re di Francia Luigi XII il 1° gennaio 1515, re Enrico VIII fu tentato di fare giustiziare Charles, perché il suo matrimonio fu celebrato senza il suo consenso.

Tuttavia, Enrico fu legato alla sorella e al duca e accettò le nozze.

Quando il duca morì, il 22 agosto 1545, re Enrico VIII lo fece seppellire nella cappella di San Giorgio del Castello di Windsor, non lontano da quello che sarebbe diventato il suo sepolcro.

Anche un tiranno come re Enrico VIII conosceva il valore dell’amicizia, un valore che oggi è sempre più bistrattato e legato a “ciò che si ha”, anziché a “ciò che si è”.

Quanto ad Eleonora, dico: “Che Dio ce la conservi!”

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