Anna Bolena: Vita Annae Bolinae

Anna Bolena

Questo è uno stralcio del mio libro intitolato “I canti erotici de le corti” con una poesia su Anna Bolena:

VITA ANNAE BOLINAE

Fora gettar Catalina, aragonese reina,

lo sposo, re Arrigo, d’Inghilterra gran sovrano,

signor mio ch’io fei, le levai…

io, Anna Bolina… col femmineo instrumento…

e reina mi fe’…e da la Franchia andai…

e chi lo sposalizio non volle…per tradimento…

dannar sì fei..ma ne ‘l talamo piagenza…

sempre io volli…ma lo sposo mio non ebbe potenza…

e ora dannata son io e non più reina…

per una colpa che non tenni di letto…

col fratel mio anco…ma son sempre io, Anna Bolina.

Certamente, la regina Anna Bolena (1501 o 1507-19 maggio 1536) rappresenta l’idea di un personaggio un po’ arrivista. 

Di lei ho scritto poc’anzi.

Per poter sposare lei, re Enrico VIII arrivò a divorziare dalla prima moglie Caterina d’Aragona (16 dicembre 1485-7 gennaio 1536) senza il consenso del Papa e a provocare lo scisma anglicano, arrivando a mettere a morte per tradimento coloro che si opponevano.

Un esempio fu Thomas More (San Tommaso Moro, 1478-6 luglio 1535).

Certamente, il matrimonio tra re Enrico VIII e Anna Bolena fu travagliato.

Inizialmente, i due coniugi reali ebbero molta passione, anche se Anna non fu molto popolare.

Il 1° giugno 1533, Anna fu incoronata regina consorte d’Inghilterra nell’abbazia di Westminster.

Il popolo londinese le fu ostile.

Già nel 1531, ella fu aggredita da un gruppo di donne inferocite mentre cenava sulle sponde del Tamigi.

La gente amava ancora Caterina, la quale fu ripudiata e allontanata dalla corte. 

L’ormai ex-regina non poteva vedere nemmeno la figlia, la futura regina Maria I (1516-1558).

Inoltre, l’aver spinto Enrico a separarsi dalla Chiesa di Roma e dal Papa poteva essere solo frutto di un potente e malefico sortilegio; ciò faceva di Anna, agli occhi del popolo, una crudele e spietata strega, una druda o una arrivista.

Si diceva anche che Anna avesse sei dita (dunque, potrebbe essere stata un caso di polidattilia) e un neo sul collo.

Ciò fu visto come un marchio del diavolo.

Dal matrimonio tra Enrico e Anna nacque la futura regina Elisabetta I (7 settembre 1533-24 marzo 1603).

Ci furono altre gravidanze ma non ebbero esito positivo.

Enrico divorziò da Caterina perché voleva un figlio maschio e la regina di origine spagnola non poteva più dargli dei figli.

Anna fece leva su questo desiderio del re per farlo divorziare da Caterina e poterlo sposare.

Purtroppo per Anna, il figlio maschio non arrivò.

Enrico cominciò a spazientirsi.

Il 7 gennaio 1536, Caterina morì, probabilmente a causa di un tumore al cuore.

Qualcuno iniziò a sospettare che Caterina fosse stata avvelenata, magari proprio per ordine di Anna e (forse) anche di Enrico, il quale partecipò al funerale dell’ex-moglie.

Intanto, Enrico si innamorò di una dama di Anna, lady Jane Seymour (1508-24 ottobre 1537), colei che sarebbe diventata la sua terza moglie.

Anna notò ciò.

Oltre a ciò, la notizia dell’ennesimo aborto, per di più di un figlio maschio, causò un irreversibile deterioramento del matrimonio con il re che, convinto oltre ogni dubbio circa l’incapacità di Anna di dargli un erede, cominciò a considerare il suo matrimonio frutto di un sortilegio.

Così, già nel marzo 1536 Enrico VIII cominciò a corteggiare Jane.

Il re alla sua nuova amante un medaglione con all’interno un ritratto in miniatura di sé stesso e che Jane, in presenza di Anna, cominciò ad aprirlo e chiuderlo di continuo fino a che Anna non glielo strappò di mano, ferendosi

Mentre il matrimonio con Anna si deteriorava, il re dava a Jane Seymour appartamenti prestigiosi.

Anche il cavalierato dell’Ordine della Giarrettiera, al quale Anna ambiva per suo fratello Giorgio, fu dato al scudiero capo Nicholas Carew, nemico dei Bolena.

Anna potrebbe avere firmato la sua condanna a morte con certe sue esternazioni.

Infatti, ella affermò che il re non avesse potenza nel letto.

Con la morte di Caterina d’Aragona, Anna si trovò in una situazione ancora più precaria. 

Durante la sua ascesa al potere e il suo breve regno si era fatta molti nemici a corte,come il ministro Thomas Cromwell, e  il popolo inglese continuava a vedere in lei una vera e propria usurpatrice meritevole di odio e disprezzo, mentre rimaneva fedele all’amata regina Caterina.

Il re voleva sbarazzarsi di Anna.

A  partire dall’aprile del 1536 Anna fu indagata per alto tradimento. 

Una commissione segreta aveva raccolto per conto della Corona prove sufficienti a condannarla per tradimento e l’elenco dei suoi crimini era lungo e ignominioso: “…disprezzando il legame matrimoniale e covando malanimo nei confronti del re…nonché assecondando giornalmente il suo labile desiderio criminale, ha attirato a sé con l’inganno e il tradimento, mediante vili conversazioni e baci, palpeggiamenti, doni e altri infami solleciti, più d’uno tra i servitori e le domestiche del re per farne i suoi amanti adulterini e le sue concubine”.

Dunque, stando all’accusa, Anna era una donna perversa.

Arrestata il 2 maggio 1536, Anna fu portata nella Torre di Londra.

Furono arrestati anche il fratello, il conte di Rochford Giorgio Bolena, il musicista Mark Smeaton, il poeta Thomas Wyatt, il cortigiano e amico del re Henry Norris, il gentiluomo Francis Weston e i cortigiani William Brereton e Richard Page.

Giorgio Bolena fu accusato di incesto.

Ad eccezione di Wyatt, che fu rilasciato grazie all’amicizia col ministro Cromwell, i presunti amanti di Anna furono decapitati il 17 maggio 1536.

Sotto tortura, si può confessare qualsiasi cosa.

Due giorni dopo, toccò ad Anna.

Come atto di pietà, Enrico chiamò un boia francese abile con la spada.

Infatti, la scure non sempre provocava la morte al primo colpo.

Nella mattinata, Anna assistette alla Messa.

Ricevette l’Eucaristia affermando e giurando di non essere mai stata infedele al marito.

Questo è l’estratto della lettera del Conestabile della Torre al ministro Cromwell:

Questa mattina mi ha mandato a cercare, perché voleva che assistessi alla sua confessione in modo che, sentendo le sue parole, non avrei dubitato della sua innocenza. Al mio arrivo mi ha detto: “Signor Kingston, ho sentito dire che non morirò prima di mezzogiorno. Sono molto dispiaciuta perché pensavo che a quest’ora sarei già morta e non avrei più sofferto». Ho risposto che non avrebbe sofferto, se non un poco. E lei ha detto: “Ho sentito dire che il boia è molto bravo, e poi il mio collo è sottile”, quindi ha messo le sue mani attorno al collo e ha riso di cuore. Ho visto molti uomini e molte donne condannati a morte ed erano tutti in gran pena ma, per quello che so, questa donna traeva grande allegria dalla morte. Il suo cappellano le era rimasto sempre vicino, fin dalle due di notte””. 

Prima di morire, sul patibolo, Anna fece questo discorso alla gente:

Buon popolo cristiano, sono venuta qui a morire secondo la legge, poiché dalla legge sono stata condannata a morte, e quindi non mi opporrò ad essa. Non sono qui per accusare alcuno, né per dire niente a riguardo delle accuse e della condanna a morte, ma prego Dio affinché salvi il re e gli consenta di regnare a lungo su di voi, perché mai vi fu un principe più dolce e misericordioso di lui: e con me egli è sempre stato un sovrano buono e gentile. E se qualcuno guarderà alla mia vita, io gli chiedo di giudicare al meglio. E così prendo congedo dal mondo e da tutti voi, e desidero vivamente che tutti voi preghiate per me. O Signore, abbi pietà di me, a Dio raccomando la mia anima”.

Così, la storia di Anna Bolena finì, una donna ancora oggi controversa.

Enrico sposò Jane e da lei ebbe il figlio maschio, il futuro re Edoardo VI.

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