Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, il re devoto di Romania

Il primo re di Romania fu un principe tedesco, Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen (20 aprile 1839-10 ottobre 1914).

Il suo nome completo era  Carlo Eitel Federico Zefirino Ludovico di Hohenzollern-Sigmaringen.

Egli faceva parte della casata del ramo svevo degli Hohenzollern.

Figlio del principe Carlo Antonio di Hohenzollern-Sigmaringen e di Giuseppina di Baden, il futuro re di Romania era un politico di idee liberali.

Egli studiò a Münster, nell’Accademia dei Cadetti, e a Berlino, presso la Scuola di Artiglieria.

Il principe sarebbe rimasto in Germania, se in Romania non fosse accaduto qualcosa.

Nel 1859, la Romania voleva liberarsi dall’Impero Ottomano.

Essa fu governata da un domnitor, ossia da un signore.

Il signore in questione fu Alexandru Ioan Cuza (1820-1863).

Questi fu deposto per via del dissesto finanziario.

Al suo posto fu eletto proprio il principe Carlo.

Così, questi divenne nuovo domnitor di Romania ed assunse il nome di Carlo I.

Ora, il nuovo principe doveva avere l’approvazione dell’imperatore di Francia Napoleone III.

Infatti, con Alexandru Cuza, la Romania era sotto l’influenza francese.

Per quanto riguardava Carlo, vi era una parentela con la famiglia dei Bonaparte.

Inoltre, era anche imparentato con gli Hohenzollern che regnavano in Prussia.

Per raggiungere la Romania, il giovane principe dovette viaggiare in incognito con il nome di Karl Hettingen.

Quando arrivò in Romania, il politico che negoziò per la sua elezione Ioan Bratianu gli chiese di unirsi a lui nella carrozza ed il 10 maggio 1866 il nuovo sovrano entrò a Bucarest in mezzo ad una folla festosa.

Il 26 giugno 1866, il Parlamento romeno adottò la prima Costituzione, una delle più avanzate.

L’articolo 82 diceva: “I poteri del sovrano sono ereditari e hanno inizio da Sua Maestà, il Principe Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, in linea maschile attraverso il diritto del primogenito, con l’esclusione delle femmine e della loro prole. I discendenti di Sua Maestà dovranno essere allevati con religione Ortodossa orientale“.

Carlo era cattolico e rimase tale ma gli eredi dovevano essere educati nella fede ortodossa.

Nel 1877, la Romania si proclamò indipendente dall’Impero Ottomano.

Nel 1881, il sovrano di Romania non doveva più essere chiamato domnitor ma re di Romania.

Il re Carlo I prese molto seriamente la sua funzione.

La moglie, la regina Elisabetta di Wied, diceva che il re portasse la corona anche la notte.

Il sovrano era infatti molto meticoloso e cercava di imporre il proprio stile su tutti coloro che lo circondavano.

Anche se devoto al suo ruolo di principe e re rumeno, non dimenticò mai le sue radici tedesche.

Non ebbe eredi.

La sua unica figlia fu Maria (1870-1874).

Quest’ultima morì di scarlattina.

Allora, il re proclamò suo erede il fratello Leopoldo ma questi rifiutò in favore del figlio Guglielmo.

Anche quest’ultimo rifiutò in favore del fratello minore Ferdinando.

Così, re Carlo I trovò un erede in Ferdinando.

Ferdinando (1865-1927) fu adottato dalla coppia reale.

Questi iniziò ad andare dietro ad una delle dame di compagnia della regina, Elena Văcărescu .

Elisabetta volle fare sposare i due ma questo era proibito dalla Costituzione romena e così Elisabetta ed Elena furono mandate in esilio.

La regina andò nel Regno Unito, ove negoziò in favore del matrimonio dell’erede al trono con una nipote della regina Vittoria, la principessa Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha.

Lo storico Lucian Boia scrisse queste parole di re Carlo I:

“Il suo lungo regno (di quarantotto anni, uno in più di Stefano il Grande) permise al mito di realizzarsi anche durante la sua vita. L’immagine del sovrano, dapprima mediocre, assunse un potente splendore negli ultimi anni del secolo. Un poster educativo del 1900 circa presenta “i quattro pilastri del popolo rumeno”, insieme ad altri eroi della storia della Valacchia. I quattro sono Traiano  e Decebalo, Cuza e Carol I. Anche Michele il Coraggioso diventa una figura secondaria al confronto. Carol appare organicamente radicata nella storia rumena; rappresenta un nuovo inizio, certo, ma un inizio basato su fondamenta molto più antiche“.

Del resto, il sovrano guidò la Romania verso l’indipendenza.

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