Il 15 marzo del 44 AC, Gaio Giulio Cesare fu assassinato. Fu il giorno delle famose “Idi di Marzo”, il giorno che segnò la fine di quel personaggio storico tanto rilevante.
Nei suoi anni di attività, Cesare fu questore, edile, pretore e console della Repubblica Romana.
Poi, divenne anche propretore di Spagna, proconsole della Gallia, dal 58 AC al 50 AC, e dal 59 AC al 44 AC fu console.
Dal 49 al 44 AC, egli divenne anche dittatore.
Operò anche come Pontefice massimo dal 63 al 44 AC.
Però, prima di tutto, Cesare fu un militare.
Egli gettò le basi del futuro Impero Romano.
Gli imperatori, da Augusto a Costantino XI Paleologo furono suoi eredi.
Anzi, furono suoi eredi anche gli imperatori di Trebisonda, capi di un piccolo Stato bizantino posto sul Mar Nero che si formò nel 1204 e che fu conquistato dai Turchi Ottomani nel 1461.
Anche altri vantarono l’eredità del grande condottiero romano.
Pensiamo, per esempio, al re franco Carlo Magno, il quale fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell’800.
Tutti gli imperatori che vennero dopo Carlo, fino a Francesco II (1768-1835) vantarono l’appellativo di “Kaiser”, ossia “Cesare”.
Lo stesso discorso valse anche i sultani dell’Impero Ottomano dalla conquista di Costantinopoli (29 maggio 1453) alla caduta dell’impero, la quale avvenne nel 1918.
I sultani assunsero anche il titolo di “Qaysar-i-Rum”, ossia “Cesari dei Romani.
Non dimentichiamo anche gli zar di Russia dal 1547, anche se nel mondo slavo il titolo di zar fu usato per la prima volta dal sovrano bulgaro Simeone I (detto Simeone il Grande, 864 o 865-27 maggio 927).
Il termine “zar” deriva dal latino “Caesar”.
Non dimentichiamo personaggi come l’imperatore dei Francesi Napoleone I (15 agosto 1769-5 maggio 1821) e gli imperatori dell’Impero Tedesco (1871-1914), i quali si facevano chiamare “Kaiser”, come gli imperatori del Sacro Romano Impero.
Dunque, un uomo come Cesare lasciò un’impronta indelebile, un’impronta che noi vediamo ancora oggi.