I Britannici, la massoneria e l’Unità d’Italia

Come riporta un articolo di Rino Cammilleri, i Britannici ebbero un ruolo nei processi del Risorgimento italiano.

Con la Guerra di Crimea (1853-1856), il Regno di Sardegna, del quale i monarchi erano i Savoia, si allearono Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e con la Francia contro la Russia.

I rapporti non furono buoni tra il Regno delle Due Sicilie e il Regno Unito.

Re Ferdinando II provò a vendere il suo zolfo sul mercato ma il Regno Unito si oppose e la ebbe vinta.

Così, il re borbonico provò ad allearsi con la Russia durante la Guerra di Crimea ma i Britannici si fecero sentire e così restò neutrale.

In tale giocò entrò anche la massoneria.

I Britannici iniziarono a favorire le mire espansionistiche dei Savoia.

Un forte regno alleato a sud della Francia e dell’Impero Austro-Ungarico avrebbe giocato in favore di Londra nello scacchiere europeo.

Anche alla Francia non dispiacque l’idea di poter favorire la nascita di uno Stato italiano unitario contro l’Impero Austro-Ungarico.

Oltre a ciò, ci fu anche la questione del potere temporale del Papa.

Un’unificazione dell’Italia sotto le insegne sabaude avrebbe cancellato il potere temporale del Papa, il quale era inviso sia ai protestanti di Londra sia alle massonerie.

I personaggi principali del Risorgimento, come il conte Camillo Benso di Cavour e Giuseppe Garibaldi erano massoni.

Garibaldi era anche profondamente anticlericale, se non anche anticattolico.

Dunque, nemmeno alla Gran Loggia Unita di Londra dispiacque l’idea di unire l’Italia in questo modo.

Così, il 6 maggio 1860, Garibaldi partì coi suoi Mille da Quarto, in Provincia di Genova, e il resto è storia che noi conosciamo.

L’Italia fu unita ma non si tenne conto dei problemi che sarebbero venuti fuori in seguito.

Dunque, anche il Regno Unito giocò un ruolo fondamentale nell’Unità d’Italia.

/ 5
Grazie per aver votato!