I puritani del giorno d’oggi

puritani

Col termine “puritani” si indicava quei cristiani inglesi del XVI secolo che rifiutarono il compromesso tra cattolicesimo e protestantesimo dell’anglicanesimo.

Tuttavia, oggi, il termine va anche al di là dell’ambito religioso, come mostra questa piccola riflessione (un po’ scanzonata nei toni) dell’amica Eleonora Serra:

I puritani sono una sottospecie di sapiens davvero, davvero, pericolosa.

La volgarità che loro vedono ovunque e che condannano con quel piglio da preti ortodossi, di base, non esiste.

Esiste solo nella misura in cui la loro mente, quella si, deviata, proietta il manto della volgarità su cose di per sé innocenti.

La volgarità è una sorta di ologramma, un attributo fittizio, virtuale, che la mente di questi poveri sapiens proietta sulla purezza che esiste da prima, senza alcun attributo.

Una cosa è solo una cosa, non necessita di aggettivi, esiste anche senza gli aggettivi, prima e dopo.

Pertanto, non è alla destinazione dei loro giudizi ma all’origine del pensiero volgare, che bisogna cercare la sporcheria, la sozzura, lammerda. All’origine, cioè nelle loro menti, proiettori spray della volgarità posticcia che contengono in originale“.

Il termine “puritani” fu usato per la prima volta dall’arcivescovo di Canterbury Matthew Parker (1504-1575) quando la regina Elisabetta I riformò l’anglicanesimo come una via di mezzo tra cattolicesimo e protestantesimo.

L’arcivescovo parlava di “puritan” e “precisian”, per indicare chi voleva una Chiesa d’Inghilterra prettamente protestante.

Di formazione calvinista, i puritani conducevano uno stile di vita forgiato nel rigore (a loro dire) biblico e vedevano come “frivolo”, “volgare” o “idolatra” ogni cosa estranea al loro pensiero e al loro modello sociale.

Oliver Cromwell (nel ritratto in alto, 25 aprile 1599-3 aprile 1658) era un puritano.

Oggi, però, si identifica come “puritanesimo” tutto ciò che è una certa “morale” pubblica, la quale condanna un certo pensiero.

Spesso e volentieri, dietro una parvenza di dignità e di buona moralità si nasconde l’ipocrisia.

Biblicamente parlando, una cosa del genere potrebbe essere vista nell’ipocrisia dei farisei, i quali si contrapponevano a Gesù Cristo.

I farisei erano coloro che volevano sedere ai primi posti nelle sinagoghe e che davano molta importanza al rispetto dell’esteriorità della Legge, trascurandone l’aspetto più intrinseco.

Perciò, secondo Gesù Cristo, la gente doveva fare ciò che dicevano ma non fare ciò che facevano.

Infatti, un rispetto degli aspetti esteriori di una certa convenzionalità non significava essere automaticamente delle persone perbene.

Una persona può anche leggere e studiare la Sacra Bibbia da cima a fondo ma non è detto che sia perbene.

I puritani ci sono ancora oggi e non solo in ambito religioso.

Penso a tutti coloro che sono sempre pronti a giudicare gli altri su ogni aspetto della loro vita

Per esempio, chi compone poesie è visto come “fannullone” e “sognatore”.

Io stesso ne so qualcosa, essendo un poeta.

Il puritanesimo si vede anche sui social network, con le censure di ciò che non è conforme ad un certo pensiero.

Insomma, ce ne sono per tutte le epoche e per tutti gli ambiti.

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