Matthew Parker e la questione della successione apostolica

Matthew Parker

L’arcivescovo di Canterbury Matthew Parker fu il primo arcivescovo della più importante sede episcopale inglese nominato al di fuori della Chiesa cattolica.

Egli (6 agosto 1504-17 maggio 1575) fu voluto dalla regina Elisabetta I nel 1559.

In verità, il primo arcivescovo anglicano di Canterbury non fu Matthew Parker bensì Thomas Cranmer (1489-1556) ma quest’ultimo fu nominato come arcivescovo cattolico.

Cranmer fu scomunicato per avere dichiarato nullo il matrimonio tra re Enrico VIII e Caterina d’Aragona senza l’autorizzazione del Papa nel 1533, per scisma e per eresia.

Parker fu il cappellano di Anna Bolena, madre della regina Elisabetta I.

Anna gli affidò la figlia prima della sua decapitazione, la quale avvenne il 19 maggio 1536.

Matthew Parker ebbe una buona formazione ma subì l’influsso di personaggi luterani come Hugh Latimer e dei protestanti di Cambridge, nella cui università ottenne il baccalaureato nel 1527.

Divenuto decano a Stoke-by-Clare nel 1535 e dottore in teologia nel 1538, Parker diventò vicecancelliere dell’università di Cambridge.

Correva l’anno 1545.

Egli fu accostato sempre di più ai protestanti.

Nel 1547, il prelato sposò Margaret Harlestone.

Si avvicinò anche al teologo protestante Martin Butzer.

Tuttavia, egli era un moderato.

Nel 1553, salì al trono Maria, e Parker si fece da parte.

Nel 1558, Maria morì e salì al trono Elisabetta.

La sede di Canterbury era vacante, per la morte del cardinale Reginald Pole.

Così, Elisabetta nominò Parker.

Egli si mostrò fedele alla linea della regina, non ricevendo il riconoscimento dai cattolici e entrando in contrasto coi puritani.

Parker scrisse un’opera intitolata “De antiquitate Ecclesiae et privilegiis Ecclesiae Cantuariensis cum archiepiscopis eiusdem septuaginta“.

Correva l’anno 1572 e l’anno prima Papa Pio V (Antonio Ghislieri, 17 marzo 1504-1° maggio 1572) scomunicò la regina Elisabetta I.

Per questo motivo, nacque una polemica e Matthew Parker scrisse quell’opera sostenendo che il clero anglicano fosse validamente ordinato e che la Chiesa d’Inghilterra fosse da sempre indipendente dal Papa.

In realtà, Parker aveva ragione e torto allo stesso momento.

Infatti, i Cristianesimo in Britannia giunse nel IV secolo e non ci fu un concetto di Papato per come lo si intese nei secoli successivi e per come lo intendiamo oggi.

La Chiesa britannica ebbe uno sviluppo autonomo.

Tuttavia, con l’arrivo degli Angli, dei Sassoni e degli Juti, la religione pagana si diffuse e il Cristianesimo tornò in Britannia con il monaco Agostino (13 novembre 1534-26 maggio 604), il quale divenne il primo vescovo di Canterbury nel 596.

Agostino fu mandato da Papa Gregorio Magno (540-12 marzo 604) e legò l’Inghilterra all’osservanza romana.

Come il Papa, Agostino è venerato come santo da noi cattolici e dagli anglicani.

Dunque, Parker ebbe ragione a fare notare la storia del Cristianesimo celtico, il quale fu antecedente all’arrivo di Sant’Agostino, ma l’invasione degli Angli, dei Sassoni e degli Juti fu una cesura nella storia della cristianità britannica.

La cristianità tornò in quella terra con Sant’Agostino, così come con quel monaco romano furono organizzate le nuove diocesi e la struttura della Chiesa.

Perciò, noi cattolici non riconosciamo come validi gli ordini anglicani e un prete (o un vescovo) della Chiesa anglicana che vuole farsi cattolico e continuare a prestare servizio nella Chiesa cattolica deve essere ordinato nuovamente.

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