Oggi è la Giornata Mondiale della Pasta, una giornata dedicata al nostro piatto più iconico, un piatto simbolo della nostra cultura.
Come immagine dell’articolo di codesta Giornata Mondiale della Pasta, ho messo la foto degli spaghetti alla trasteverina che ho preparato ieri.
Secondo alcune fonti storiche, la pasta era già conosciuta in Magna Graecia e in Etruria, l’attuale Toscana.
Il filosofo e poeta latino Cicerone (3 gennaio 106 AC-7 dicembre 43 AC) amava un piatto di pasta chiamata laganae, il piatto che sarebbe l’antesignano della lasagna.
Cicerone gradiva questo piatto in tarda età, per la sua morbidezza.
Il termine “maccheroni” deriva dal siciliano “maccarruna”, che significa “schiacciare”.
Per alcuni storici, la pasta sarebbe nata in Cina e sarebbe stata portata qui da Marco Polo.
Altri sostengono che essa sia stata inventata dagli Arabi, i quali immergevano nel brodo delle striscioline di un pane chiamato itria.
Però, la pasta è il nostro piatto iconico.
Anche altri Paesi hanno imitato alcuni nostri piatti di pasta.
Penso, per esempio, al pastitsio greco, un piatto di pasta al forno fatto con gli ziti conditi con carne macinata, pomodoro, spezie, besciamella e formaggio kefalotyri.
Penso anche agli spaghetti and meatballs italo-americani.
Il pastitsio è molto simile allo ‘mpurnato di Campobello di Licata.
Sulla pasta, vi sono dei falsi miti.
Uno di questi è un mito secondo il quale la pasta farebbe ingrassare.
Un buon piatto di pasta condito con un sugo leggero, senza besciamella ed altri grassi, e nella giusta dose (60-70 grammi) può fare solo bene.
Infatti, un piatto così contiene carboidrati e proteine.
Esso è utile per chi fa sport, poiché permette di rigenerare il glicogeno.
Inoltre, la pasta fa bene anche al microbiota intestinale.
Una pasta cotta al dente favorisce anche la produzione di serotonina, l’ormone del buon umore.
Dunque, in questa Giornata Mondiale della Pasta, gridiamo: “W la pasta!“.