Il passato e il futuro

passato

Un’osservazione che mi viene fatta è il fatto che io ami trattare molte cose del passato e non del giorno d’oggi.

Per esempio, stamani ho scritto una poesia su un personaggio del passato, il duca di Norfolk Thomas Howard.

Ora, faccio una mia riflessione e la condivido con voi, cari lettori.

Io amo le cose retrò.

Per esempio, nella foto qui sopra vi è una lampadina al tungsteno, una lampadina che oggi non è più prodotta.

Non esistono più le care vecchie lampadine al tungsteno, quelle lampadine che quando si accendevano si scaldavano a tal punto da scottare la pelle.

Dunque, un domani, l’oggetto in questione potrebbe diventare un pezzo da museo.

Con questo esempio, vorrei farvi capire una cosa: dal passato si possono imparare tante cose.

Si può imparare molto anche dagli errori.

Il futuro è qualcosa di ignoto, un libro con delle pagine bianche sulle quali si dovrà scrivere.

Il passato, invece, è già scritto.

Per questo motivo, tale argomento mi interessa.

Del resto, basta leggere i miei articoli su “La Civetta” e certi miei libri, per capirlo.

Io vengo visto come “strano” per queste cose.

In realtà, non dovrebbe essere così.

Non c’è nulla di strano nell’interessarsi del passato e di temi “impegnativi”.

Oggi, c’è tanta superficialità.

Invece, bisogna conoscere le cose in profondità.

Ogni evento è conseguenza di altri precedenti.

Ogni persona è frutto della propria storia.

Oggi, questo concetto sembra essere messo in secondo piano.

In nome di un certo “futurismo” (che poco ha a che fare con ciò che fece Filippo Tommaso Marinetti) si trascura ciò che c’è stato.

Dimenticando il passato, il futuro rischia di essere incerto.

Oggidì si parla tanto di rivoluzioni.

In questo tempo strullarello, il vero rivoluzionario è chi guarda al passato, valorizzando le sue cose buone e non ripetendo gli errori commessi.

Forse, così facendo, le cose si capiranno meglio e certe brutture non saranno replicate.

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