In memoriam Georgii Carnarvonensis

Questa è la mia poesia intitolata “In memoriam Georgii Carnavornensis”, che in italiano significa “In memoria di Giorgio di Carnarvon”:

IN MEMORIAM GEORGII CARNARVONENSIS

Quannu ‘n Aegiptiana terra…

cum cognoscentiae…vuluntati…

et di sapiri arrivau…travagghiau…

Georgius, Comes Carnavonensis,

et ad Pharaonis tumbam juncìu…

et aurum attruvau…sed maledictus…

pì di zanzara ‘nu muzzicuni…murìu…

et justi forsi lu distinu fu.

IN MEMORIA DI GIORGIO DI CARNARVON

Quanto in terra egiziana…

con di conoscenza voluntate…

e di saper arrivò…operò

Giorgio, Conte di Carnarvon,

e a de ‘l faraone la tomba giunse…

e l’oro trovò…ma maledetto…

per di zanzara un morso…morì…

e giusto forse fu ‘l destino.

Ho promesso alla mia amica Eleonora che avrei pubblicato la poesia.

Questa poesia è dedicata a George Edward Stanhope Molyneux Herbert, colui che a noi è noto come conte di Carnarvon (26 giugno 1866-4 aprile 1923).

Questo nobile inglese finanziò il lavoro del suo socio Howard Carter in Egitto.

Carter e Carnarvon erano due archeologi, anche se non godevano di grande fama.

Essi cercavano tesori importanti in Egitto.

Carnarvon chiese consiglio all’egittologo francese Gaston Maspero.

Fu quest’ultimo ad indicargli Carter.

Tra i due nacque un’amicizia che divenne un sodalizio.

Gli scavi iniziarono nel 1917 ma per cinque anni non portarono alcun risultato.

Carnarvon fu sul punto di abbandonare i lavori e concesse a Carter un altro anno di scavo in un settore ancora non visitato dagli archeologi.

La campagna riprese il 3 novembre 1922 e già il secondo giorno vide la luce uno scalino di una tomba sconosciuta.

Presto si giunse all’ingresso di quest’ultima ed i sigilli alla porta rivelavano che nei millenni non era ancora stata violata da alcuno

Lord Carnarvon, allora in Inghilterra, venne subito richiamato in Egitto e vi giunse il 20 novembre.

Sette giorni dopo assistette, assieme a Carter, all’apertura della tomba che rivelò in quel momento il suo ricco corredo funebre ancora sul posto così come venne sistemato millenni prima.

Questa scoperta è, a ragione, considerata la più grande scoperta archeologica del XX secolo, non per la ricchezza del corredo ma perché, per la prima volta, era possibile ammirare una tomba di un faraone mai violata nella storia.

La tomba scoperta fu quella del faraone Tutankhamon (1341 AC-1323 AC), figlio del faraone ritenuto eretico Akhenaton.

Purtroppo, il conte di Carnarvon non poté godere di tale scoperta.

Punto da una zanzara sul volto, il nobile si tagliò mentre si radeva proprio all’altezza della ferita.

La ferita si infettò e divenne un’erisipela.

Questo portò ad una sepsi che indebolì il corpo di lord Carnarvon.

La sepsi portò ad una polmonite che fu fatale.

Questa morte diede inizio alla storia della maledizione del faraone.

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