La dottrina al tempo di re Enrico VIII

Quando re Enrico VIII ruppe i rapporti tra la Chiesa inglese e Roma, sorse una questione molto accesa riguardo alla dottrina.

Infatti, il luteranesimo arrivò anche in Inghilterra e ci furono ecclesiastici e laici influenzati da tali dottrine.

Esempi di figure vicine al luteranesimo furono quelle dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (2 luglio 1489-21 marzo 1556) e del vescovo di Ely Thomas Goodrich (morto il 10 maggio 1554).

Sebbene fossero stati ordinati come cattolici, ecclesiastici come quelli appena citati erano favorevoli anche a cambiamenti in senso protestante della dottrina anglicana.

Goodrich (nell’immagine) fece abiura durante il regno della regina Maria I (il quale fu tra il 1553 e il 1558) e mantenne il suo episcopato.

Cranmer, invece, fu messo al rogo.

Altri ecclesiastici e nobili laici, come il vescovo di Winchester Stephen Gardiner (21 luglio 1483-12 novembre 1555), quello di Durham Cuthbert Tunstall (1474-18 novembre 1559) e il duca di Norfolk Thomas Howard (10 marzo 1473-25 agosto 1554), furono contrari ad ogni cambiamento verso il luteranesimo.

Dopo il 1534, re Enrico VIII puntò a mantenere l’uniformità e la pace religiosa in Inghilterra.

Così, egli favorì una dichiarazione di compromesso coi “Dieci articoli” nel 1536.

I “Dieci articoli” furono un compromesso tra i progressisti (coloro che guardavano al protestantesimo) e i conservatori, coloro che erano rimasti vicini al cattolicesimo.

Secondo i “Dieci articoli”, le opere buone non precederebbero la giustificazione, la quale è ottenuta con la contrizione mediante la fede unita alla carità.

I “Dieci articoli” menzionavano solo tre dei sette sacramenti (Battesimo, Comunione e Penitenza), con disappunto dei conservatori.

Tali articoli affermavano anche: “”Sotto la forma e figura del pane e del vino… è veramente, sostanzialmente e realmente contenuto lo stesso corpo e sangue di nostro Signore Gesù Cristo. “.

Il Purgatorio fu inserito tra gli articoli non essenziali.

La preghiera a Maria e ai santi era consentita, a patto che “non si scadesse nella superstizione”.

Tuttavia, i “Dieci articoli” fallirono e nel 1537 il vicereggente del re Thomas Cromwell (1485-28 luglio 1540) convocò un sinodo nel quale fu pubblicato il Libro dei Vescovi.

Tale libro conservava di fatto il semi-luteranesimo dei “Dieci articoli”.

Questa situazione della dottrina fu dovuta anche al fatto che l’Inghilterra stesse cercando un’alleanza coi protestanti tedeschi della Lega di Smalcalda.

Nel 1538, ci fu un incontro tra i vescovi inglesi e i protestanti tedeschi Federico Miconio, che era sovraintendente della chiesa di Gotha, l’avvocato Georg Boineburg e Franz Burchard.

Quest’ultimo fu cancelliere della Sassonia.

I tedeschi presentarono come base dell’accordo una serie di articoli basati sulla Confessione luterana di Augusta.

I vescovi conservatori, come Tunstall, non furono convinti e furono disposti a unirsi alla Chiesa ortodossa.

I vescovi si rifiutarono anche di eliminare ciò che i tedeschi consideravano abusi (ad esempio messe private per i morti, celibato clericale obbligatorio e il vino da comunione non dato ai laici ) consentiti dalla Chiesa inglese.

Il vescovo di Londra John Stokesley riteneva queste pratiche essenziali perché riconosciute anche dalla Chiesa ortodossa.

Nel frattempo, l’Inghilterra era in tumulto religioso.

I cattolici del nord dell’Inghilterra si opposero alla dissoluzione dei monasteri.

I protestanti furono impazienti e si impegnarono in ulteriori riforme: alcuni preti celebrarono la messa in inglese anziché in latino e si sposarono senza autorizzazione.

Lo stesso arcivescovo Cranmer stesso era segretamente sposato. 

Gli stessi protestanti erano divisi tra riformatori dell’establishment che sostenevano le convinzioni luterane che sostenevano la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia e radicali che sostenevano idee anabattiste.

Alla fine, si dovette convocare il Parlamento.

Nel maggio 1539 si riunì il Parlamento e il Lord Cancelliere Thomas Audley disse alla Camera dei Lord che il re desiderava l’uniformità religiosa. 

Fu nominato un comitato di quattro vescovi conservatori e quattro riformisti per esaminare e determinare la dottrina.

Il comitato, però, non formulò nulla.

Il 16 maggio, il duca di Norfolk che il comitato non aveva concordato su nulla e propose che i Lord esaminassero sei controverse questioni dottrinali che divennero la base dei Sei Articoli:

  1. se l’Eucaristia possa essere il vero corpo di Cristo senza transustanziazione,
  2. se fosse necessario donarlo ai laici sotto le due specie ,
  3. se i voti di castità dovessero essere osservati come parte della legge divina,
  4. se il celibato ecclesiastico debba essere obbligatorio,
  5. se le messe private (votive) fossero richieste (legittime) dalla legge divina,
  6. se la confessione auricolare (cioè la confessione a un sacerdote) fosse necessaria come parte della legge divina.

Alla fine, prevalsero le tesi cattoliche, tranne che per ciò che riguardava la confessione.

Su questo tema, i protestanti ebbero una piccola vittoria.

La confessione fu dichiarata “opportuna e regolare” ma non richiesta dalla legge divina.

Questa situazione rimase fino al regno di re Edoardo VI (1547-1553), quando l’Inghilterra divenne esplicitamente protestante.

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