La memoria è un castigo o un dono? Questa è la domanda che mi pongo ogni santo giorno e penso che ognuno debba porsela.
Comincio questo articolo con questa mia poesia scritta in maccheronico-siciliano e in italiano:
CRUCI MEMORIAE
A suffriri tantu…certu…
et forti comu malleum ca eni…
accussì a battiri…
haiu et forsi pì mia castìu…
et punitionem essiri poti…
ca ancu diaboli musica porta…
vel prisenti cuntru ancu la morti.
LA CROCE DE LA MEMORIA
A sofferir tanto…certo…
e forte com’un maglio che è…
sì a batter…
ho e forse per me castigo…
e punizione essere puote…
che anco de ‘l diavolo musica porta…
o dono contro anco la morte.
Molto spesso, la mia memoria mi fa dei veri e propri tiri mancini.
Mi capita di sentire il famoso “Spartito del diavolo”, che ho trattato in qualche articolo anche su questo blog.
Lo sento quasi rimbombare.
Mi capita di ricordare molti fatti spiacevoli.
Quando mi capita ciò, mi viene da dire: “Il Signore mi ha castigato?“.
Ricordare un avvenimento spiacevole non è mai bello.
Anzi, crea dolore.
Io mi sento quasi come una spugna.
Tendo ad assimilare molte cose.
Oggi assimilo lo “Spartito del diavolo” e domani assimilerò qualche altra cosa che catturerà la mia attenzione.
Tuttavia, mi viene in mente anche un’altra considerazione.
Penso anche che la memoria sia un dono.
Ricordare una certa situazione può aiutare a non ripetere certi errori.
Dunque, la memoria è anche insegnamento.
Per concludere, mi viene da dire che la memoria sia ambivalente.
Può essere un castigo ma può essere anche un dono.
Sta ad ognuno di noi definirla.
Fatemi terminare questo articolo con un’altra considerazione detta tra il serio e il faceto.
A forza di parlare con l’amica Eleonora Serra (ogni santo giorno) sto iniziando a pensare come lei.
Un articolo come questo sarebbe stato tipico di una persona come lei.
Sia chiaro, ciò non è un male.
Certamente, anche le persone con le quali si ha a che fare possono influenzare le nostre vite.
Dedico questo articolo a Eleonora.