La rakija, la bevanda del demonio

rakija

Per la “Civetta“, ho scritto un articolo dedicato all’ouzo. In questo blog scriverò della rakija, la bevanda nazionale della Serbia e del Montenegro.

Si tratta di in distillato prodotto nei Balcani.

La rakija è prodotta in vari Paesi, come l’Albania, il Kosovo, la Croazia e la Bosnia-Erzegovina ma è la bevanda nazionale della Serbia e del Montenegro.

Questa bevanda ha un’origine legata all’Impero Ottomano.

Anche nella Turchia moderna si beve ancora oggi il raki, una bevanda prodotta dalla distillazione di mosti fermentati ricavati dal mais, dalle patate o dalla frutta e aromatizzata con anice e menta.

Il raki è di origine ottomana.

Come l’ouzo greco, la rakija è di origine ottomana e si produce distillando mosti ricavati da prugne, albicocche, fichi o uva.

Il distillato è aromatizzato con erbe e miele.

Intorno alla rakija, però, vi è una leggenda che ha a che fare col demonio.

Secondo tale leggenda, il vino fu inventato da Dio mentre la rakija, che come tutte le acquaviti è prodotta con le vinacce, fu inventata dal diavolo.

Bere tre bicchieri di quel liquore, sempre secondo tale leggenda, porterebbe alla possessione demoniaca il bevitore.

Per questo motivo, nei Paesi in cui tale liquore è prodotto è in uso farsi il segno della Croce prima di berlo.

Inoltre, nelle bottiglie sono messi crocifissi e immagini sacre.

Del resto, il grado alcolico della rakija è superiore ai 65 gradi.

Non è certo il vino Lambrusco mantovano.

Dunque, chi non regge l’alcol può avere qualche problema anche solo dopo avere bevuto un bicchiere di quella bevanda.

Di sicuro, essendo astemio, se andassi nei Paesi balcanici e mi offrissero della rakija, io rifiuterei di berla.

Mi farei dei nemici e non sarei gradito in quei Paesi.

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