La Reggenza Italiana del Carnaro, una repubblica “esoterica”

Per la gioia della professoressa Barbara Spadini e dell’amica Eleonora Serra, tratto la storia della Reggenza Italiana del Carnaro.

Quando si parla della Reggenza Italiana del Carnaro non si può non parlare del grande poeta Gabriele D’Annunzio (12 marzo 1863-1° marzo 1938).

La Reggenza Italiana del Carnaro era un’entità statuale instaurata a Fiume tra l’11 settembre 1919 e il 31 dicembre 1920.

Dopo la fine della I Guerra Mondiale, per l’Italia ci fu il mito della “Vittoria Mutilata”.

All’Italia andarono il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e l’Istria ma non Fiume e la Dalmazia.

Con un gruppo di irredentisti italiani, i “legionari”, D’Annunzio scatenò una rivolta che portò alla nascita della Reggenza Italiana del Carnaro, con sede a Fiume.

Questa rivolta fu l’impresa di Fiume.

L’obiettivo fu quello di annettere Fiume all’Italia.

Così, fu creata una vera e propria entità statuale governata dal poeta abruzzese.

Egli stava a capo di un Consiglio dei Rettori, l’organo deliberativo.

D’Annunzio gestiva anche gli Affari Esteri.

L’entità statuale durò fino al 31 dicembre 1920.

Il 12 dicembre di quell’anno fu firmato il Trattato di Rapallo, trattato che sancì che Fiume sarebbe stata una città libera.

Ciò avvenne con la benedizione dell’Italia e del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, il futuro Regno di Jugoslavia.

D’Annunzio si rifiutò di lasciare il governo.

Nella Vigilia di Natale del 1920, l’esercito italiano circondò Fiume e attaccò.

L’attacco provocò la morte di una cinquantina di persone.

Della delegazione di ufficiali incaricati di trattare la resa del “Vate” faceva parte anche l’ardito Pietro Micheletti, fedelissimo del generale Caviglia, reduce della prima guerra mondiale ed in servizio presso il Ministero della Guerra.

Ora, guardiamo la bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro.

Essa reca i simboli del martinismo.

D’Annunzio era un massone.

Egli fu iniziato al Grande Oriente d’Italia ma poi aderì alla Gran Loggia d’Italia degli Alam.

Più tardi, il poeta fu iniziato al martinismo.

Il martinismo è una Via Iniziatica, un cammino di “perfezionamento interiore dell’essere umano”, attraverso la reintegrazione dell’uomo nell’uomo e dell’uomo nel divino“.

Esso fu fondato nel secolo XVIII dal mistico francese Louis Claude de Saint Martin.

Questi propose una rilettura del Cristianesimo secondo la visione della cabala e delle dottrine neoplatoniche.

Il mistico francese prese le distanze sia dalla massoneria che dagli Eletti Cohen ma fondò nessun gruppo iniziatico.

Colui che iniziò Saint Martin fu Jacques de Livron Joachim de la Tour de la Casa Martinez de Pasqually (1727 circa-1774), il fondatore degli Eletti di Cohen.

Oggi, i martinisti in Italia sono organizzati nell’Ordine Martinista Italiano e in altre logge.

La bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro reca simboli del martinismo.

Essa contiene simboli gnostici come l’Orsa Maggiore, il Serpente Urobòro.

D’Annunzio non fu il solo massone con inclinazioni esoteriche ad aver compiuto l’impresa di Fiume.

Tra i massoni ed esoteristi che collaborarono con lui figurarono personaggi come Alceste de Ambris e Sante Ceccherini.

Anche la Carta del Carnaro, la “costituzione” della Reggenza Italiana del Carnaro aveva in sé principi quasi utopistici.

Dunque, questa fu la storia di una repubblica “esoterica”.

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